Autobetonpompe

La macchina del mercato

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di Cristiano Pinotti

Ci siamo recati a Parma per vedere all’opera un’autobetonpompa MK 28L-52″ di Cifa, una macchina che, in virtù di tubazioni da vera pompa, assicura prestazioni di tutto rispetto. Ideale per il noleggio, va incontro alle esigenze del mercato in termini di costi e produttività

 

Il semplice getto preliminare per la costruzione di una villetta in località Alberi di Vigatto, in provincia di Parma, ci ha dato l’opportunità di vedere da vicino una Cifa MK 28L-5″, un’autobetonpompa da 28 m di braccio che garantisce prestazioni decisamente evolute, in grado di unire la produttività tipica della pompa alla redditività e flessibilità che, negli anni, hanno decretato il successo del Magnum. Il tutto contestualizzato in un momento di mercato ancora delicato e inserito in un’area, qual è quella parmense, da sempre particolarmente interessante per il microcosmo del calcestruzzo.

 

Una macchina che nasce dal mercato

OLYMPUS DIGITAL CAMERAI costruttori seri hanno sempre un orecchio attento per il mercato, ne colgono le necessità e sanno tradurle in macchine e attrezzature. Questo, in sintesi, è quanto avvenuto anche per la MK 28L-5″ una macchina nata dall’esigenza di trasformazione che ha avuto il settore del calcestruzzo. «Ultimamente – ragiona Marco Gambini, Responsabile Commerciale Italia per l’intera gamma Cifa a esclusione del settore underground – il mercato ha un po’ accantonato i getti con le pompe autocarrate per problemi di piazzamento, ma soprattutto di marginalità sempre più ridotte. Questi elementi hanno spinto i noleggiatori verso soluzioni come la betonpompa che sostanzialmente consentono l’utilizzo di un solo operatore. La MK 28L-5″, in particolare, segue anche l’evoluzione del calcestruzzo che è sempre più additivato, difficile, con presenza di acceleranti o ritardanti, senza dimenticare le pressioni sempre più importanti. Per far fronte a questa richiesta, per gradi abbiamo introdotto sulle betonpompe gruppi pompanti di elevate prestazioni e abbiamo compiuto un ulteriore passo avanti equipaggiando la macchina di dotazioni in modello pompa, con tubazioni da 5″ al fine di diminuire le usure e, al contempo, aumentare le prestazioni in fase di pompaggio». In questo contesto Betoncargo, essendo un operatore molto «tecnico», è stato uno dei primi clienti a credere in questa macchina e nelle sue intenzioni c’è anche un’ulteriore betonpompa da aggiungere al proprio parco macchine entro la fine del 2014. «La macchina di Cuorgio – continua Gambini – monta un gruppo pompante 808 e un tamburo da quasi 10 m3. Una botte decisamente grande e che viene utilizzata alla sua massima capienza solo all’interno di aree chiuse e non per la circolazione stradale. In queste situazioni poter contare su una capienza così elevata è un bel vantaggio che, d’altro canto, penalizza un po’ la macchina a livello di massa complessiva. Per quanto concerne il braccio è sviluppato su quattro sezioni e prevede l’apertura a Z, quindi ideale per gli spazi angusti. Dalla vasca della tramoggia fino alla torretta abbiamo poi una tubazione con inserti in cromo. Del resto è in questa zona che ci sono le pressioni più importanti e questo permette di garantire un’usura omogenea su tutta la linea delle tubazioni». La macchina è inoltre full optional, presenta il tappo Ekos antipolvere per limitare l’impatto ambientale, la rotazione continua sul braccio e la pompa ad alta pressione con lancia di lavaggio per la pulizia. Ovviamente è dotata di doppio radiocomando, anche se permane la presenza della classica pulsantiera con 20 m di cavo. La logica di questa macchina ha portato Cifa a realizzare anche modelli scarrabili, dove l’intercambiabilità si indirizza verso un’ulteriore limitazione dei costi. Sullo stesso autocarro è quindi possibile installare la betonpompa, la betoniera, il cassone, o sistemi quali spargisale e lame spazzaneve.

 

Un mercato complesso

OLYMPUS DIGITAL CAMERALa presenza in cantiere di Marco Gambini ci permette di fare il punto sul mercato del calcestruzzo. «Un tempo – esordisce il responsabile del mercato Italia per Cifa – l’Emilia era un feudo del calcestruzzo in quanto attingeva l’inerte dai tanti fiumi presenti nell’area. Dopo la ristrutturazione del piano cave, il ridimensionamento legato a opere che non sono state realizzate e la recessione complessiva del mercato, la situazione è molto cambiata. Sono quindi venuti a mancare storici impianti di calcestruzzo e oggi la regione è quasi ferma: a livello di opere pubbliche c’è ben poco e il mercato si muove sulla poca edilizia rimasta o in caso di calamità naturali. Le stesse cooperative, che sono state il cuore pulsante della regione, sono in enormi difficoltà».

Del resto è l’intero mercato Italia a essere in sofferenza. Interessanti le parole di Gambini: «il mercato italiano non è quello del 2008, che era un po’ troppo gonfio, ma non è neppure quello di questi ultimi anni. È qualcosa che si assesterà tra queste due posizioni. Oggi tra le aree più interessanti c’è il triveneto, un’area che tipicamente sente per ultima la crisi e per prima la ripresa. La cultura dell’imprenditore del nord-est è infatti molto conservativa: mai troppo euforico e, nello stesso tempo, mai troppo depresso. Diametralmente l’opposto rispetto ad altre aree come il Piemonte dove, nel momento dell’euforia il mercato schizza a vertici quasi irraggiungibili, per poi avere fasi di depressione totale. La Lombardia, che dovrebbe essere l’epicentro del sistema, soffre ancora enormemente e ha subito l’attacco di imprese che arrivano da altre zone della penisola. Gli imprenditori lombardi si sono così trovati a competere con costi della manodopera e sistemi di lavoro diversi. Il centro Italia è l’area di parecchi grossi cementieri, ma allo stesso tempo è un mercato attualmente privo di opere. È una zona un po’ schiacciata dalla produttività del nord e che risente ancora più da vicino della competitività del sud».

Chi è Betoncargo

Aurelio Cruoglio
Aurelio Cruoglio

Nata come trasportatore, con il tempo la società si è specializzata anche nel pompaggio del calcestruzzo. Oggi il parco macchine, che comprende 10 unità, è composto da pompe, betoniere e autobetonpompe tutte a marchio Cifa, con una massima lunghezza di braccio pari a 48 m. Oltre al titolare Aurelio Cruoglio, la società comprende nove dipendenti pressoché tutti impegnati a livello operativo. Betoncargo lavora soprattutto nell’area di Parma, ma anche in tutte le province limitrofe emiliane e lombarde. Tra i clienti spicca in particolar modo Pinazzi, seguito, a debita distanza, da realtà come Unical e Zillo.

Il rapporto con Cifa è molto buono. Così ce lo sintetizza Cruoglio: «siamo molto soddisfatti sia per quanto riguarda la qualità delle macchine sia per il prezzo. Quando dobbiamo operare un acquisto, solitamente mettiamo a confronto le macchine presenti sul mercato e, sino a ora, la scelta è sempre caduta su Cifa. Del resto il marchio risponde appieno alle nostre esigenze». Necessità che coniugano comodità, produttività e semplicità. «Prima di tutto – riprende il titolare Betoncargo – cerchiamo il comfort e la facilità di utilizzo, poi sono di fondamentale importanza la velocità di apertura del braccio, la rapidità di pompaggio, la sicurezza di iniziare un getto e di portarlo sempre a termine, quindi la più elevata affidabilità».

L’assistenza tecnica delle macchine Betoncargo è affidata all’officina Tarquini di Mantova. Tagliando e revisione completa dei bracci vengono effettuate con scadenza annuale, mentre le betoniere vengono portate in officina solo in caso di guasti tecnici. Ogni singolo operatore deve comunque seguire un proprio programma di manutenzione del mezzo che gli è affidato.

 

Pinazzi Gestione Calcestruzzi

Marcello Agostino
Marcello Agostino

Cliente d’eccellenza di Betoncargo, Pinazzi Gestione Calcestruzzi è una società in questo settore dagli anni Settanta e che da sempre gravita nell’area di Parma. «Fino al 2000-2001 – ci spiega Marcello Agostino, responsabile dell’azienda – abbiamo sempre lavorato con mezzi di proprietà, ma con il nuovo millennio abbiamo deciso di affidarci, per il trasporto del calcestruzzo, anche a società esterne tra le quali spicca Betoncargo. Sino a un paio d’anni fa i mezzi Betoncargo erano interamente assorbiti dalla nostra produzione, situazione che si è andata modificando con il calo di mercato».

In sostanza Pinazzi svolge il ruolo di appaltatore dei lavori e Betoncargo riceve un canone per ogni metro cubo di calcestruzzo pompato o trasportato. Il rapporto tra le due società è molto stretto e in sostanza Betoncargo ha la propria sede operativa nei capannoni di Pinazzi. «Oggi – continua Agostino – Pinazzi si è concentrata principalmente nella produzione del calcestruzzo e sta pensando alla costruzione di un nuovo impianto di betonaggio, sempre Cifa, da costruire a nord di Parma, in un quartiere artigianale». L’attuale impianto produce 90-100 m3/h e la produzione annua si assesta mediamente sui 60-70.000 m3.

 

 

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