Dakar 2015

Kamaz vince con il motore Liebherr

AUTO - DAKAR 2015 PART 1Quella di Ayrat Madeev può essere considerata una favola della Dakar 2015. Il russo appena 28enne (ha compiuto gli anni il giorno di Capodanno) ha conquistato il primo successo nella categoria dei camion con il Kamaz. Il bisonte russo è quello che domina il rally raid dei mezzi pesanti dal 1996: Ayrtat ha allungato la collana di successi portandola a tredici.

Figlio d’arte, ha iniziato a seguire il padre, Ilgizar, pilota Kamaz, nel 2009: pur di essere della partita aveva accettato il ruolo di terzo nell’equipaggio. Insomma doveva fare il meccanico: mentre il genitore si riposava al bivacco, il giovane Mardeev doveva ripristinare il mezzo facendo notte. Due quarti posti per cominciare, ma la sua ambizione era altra: si è trasformato prima in co-pilota e, infine, si è conquistato un volante, meritandosi la fiducia di Vladimir Chagin, arcigno responsabile del programma Kamaz, che è ancora il campione che ha vinto più edizioni della Dakar su un camion (sono sette).

Avrebbe dovuto fare il gregario di Andrey Karginov, campione della Dakar in carica, ma Mardeev jr ha sorpreso i più blasonati compagni di squadra, risultando il più regolare fra i piloti dell’armata Kamaz che si sono dati battaglia in tutte le speciali, tranne che nella temutissima tappa Marathon. I mezzi russi, infatti, quest’anno sono stati schierati con i nuovi motori Liebherr da 16,5 litri di cilindrata, adeguandoli già ai regolamenti della Dakar del prossimo anno che imporranno un downsizing. Unità potenti, ma ancora sperimentali,  per cui ogni sera avevano bisogno di maggiori cure rispetto ai propulsori più tradizionali.

L’esperienza di Ayrat in fatto di propulsori deve essere venuta utile, visto che è stato l’unico a non avere mai, o quasi, dei problemi: se Nikolaev si è messo in evidenza per il suo ruolo da kamikaze sempre all’attacco (Eduard ha vinto sei tappe), Mardeev si è accontentato di solo due, ma non ha mai avuto giornate difficili nelle quali ha pagato problemi tecnici o guai di navigazione.

Il podio non è mai stato messo in discussione, anche se Ales Loprais ci ha provato a inserirsi fra i russi scatenati: il ceco con il camion Man del team Vega è riuscito a mettersi alle spalle solo Dmitry Sotnikov, sul quarto Kamaz ufficiale, rivelando una buona velocità premiata anche da un successo di tappa.

Sesto ha concluso Hans Stacey con l’Iveco Powerstar torpedo del team Petronas De Rooy. L’olandese doveva essere nei fatti lo sfidante dei russi, visto che ha collezionato ben quattro successi di tappa (l’ultimo oggi nella breve frazione che poi è stata neutralizzata dopo pochi chilometri per un nubifragio) e, invece, nella prima settimana ha collezionato una serie di guai, fra cui un surriscaldamento del turbo che ha determinato una perdita di potenza, che lo hanno relegato alle posizioni di rincalzo.

Dakar molto difficile anche per Gerard De Rooy, l’altro figlio d’arte che ha rilevato le capacità del padre: il giovane “tulipano” non è mai entrato in lizza per le posizioni di vertice perché ha patito la rottura del ponte posteriore durante la quarta tappa. Ha fatto la riparazione in speciale e non si è arreso, mentre altri si sarebbero ritirati. Era sprofondato in classifica, ma poi ha iniziato una splendida rimonta che lo ha portato a tornare nella top ten e nei pochi chilometri disputati in speciale, è riuscito a carpire il nono posto finale  al Maz di Vasilevski.