Test sul campo

JCB: ecco lo skid dal braccio d’oro

La 250T testataÈ un test decisamente impegnativo, sia dal punto di vista meccanico che idraulico, quello a cui abbiamo sottoposto la minipala cingolata 250T di JCB. Una fresa da asfalto dalle dimensioni importanti e decisamente esigente in termini di portate e pressioni mette severamente alla prova il nuovo skid di casa JCB. Che risponde brillantemente all’appello.

Una macchina tuttofare

La 250T al lavoro

Per testare lo skid  abbiamo approfittato della disponibilità di Sangalli, impresa di Mapello (Bg) specializzata nel settore delle costruzioni stradali oltre che nella produzione di conglomerati bituminosi. Gode di una solida reputazione per l’elevata qualità dei suoi lavori e dispone di un parco macchine ampio e di assoluta eccellenza Legata ormai da diversi anni da un solido rapporto con JCB grazie a uno dei più importanti dealer del Nord Italia, la Techind di Azzano San Paolo (Bg), Sangalli ci ha in particolare messo a disposizione un nuovo 250T equipaggiato con una fresa da asfalto Simex PL1000. Un’ attrezzatura tra le più diffuse e amate dagli operatori per le sue notevoli qualità ma altrettanto notoriamente molto esigente in termini di portate e pressioni idrauliche. A questo scenario già di per sé interessante si è aggiunta la curiosità di testare sul campo il comportamento di una macchina monobraccio accoppiata a un’attrezzatura di dimensioni e peso importanti, e che deve lavorare non solo di forza ma anche di precisione.

Al lavoro: potenza ed equilibrio

I punti di forza della 250TPur essendo un utilizzo altamente specialistico l’accoppiamento con una fresa da asfalto di dimensioni importanti ed esigente in termini idraulici – la PL1000 richiede fra i 110 e i 190 litri/min di portata – è un banco di prova particolarmente significativo sotto molti aspetti, sia in termini di potenza che di equilibrio complessivo dell’insieme macchina – attrezzatura.

La fresa della 250TL’aggancio della fresa avviene agevolmente grazie all’attacco rapido, che presenta un cilindro di brandeggio completamente chiuso per eliminare le infiltrazioni di detriti e sporcizia. Pochi movimenti per posizionare la 250T in assetto di lavoro, e lo skid è pronto a partire: senza esitazioni, perché potenza idraulica e trazione ci sono tutte. Il generoso dimensionamento della carpenteria e i nuovi perni conici conferiscono al braccio mono un’eccellente rigidità, che si traduce in un avanzamento regolare e senza sobbalzi – indispensabile in questo tipo di lavorazioni -, mentre il circuito idraulico si dimostra in grado di alimentare senza alcun problema la fresa. Che infatti avanza con regolarità e rapidità grazie anche alla regolazione  assoluta della “Creep Speed” asportando senza esitazioni lo strato di asfalto alla profondità desiderata. All’ispezione visiva il risultato è di eccellente qualità, segno sia di un’alimentazione idraulica adeguata che di un buon accoppiamento fra macchina e attrezzatura in termini di pesi e rigidità complessiva.

Movimentare, caricare, scaricare

La 250T al lavoroPassato questo test impegnativo, mettiamo rapidamente alla prova la 250T anche in alcune operazioni di movimentazione e carico – scarico, in cui la macchina si lascia ancora una volta apprezzare per la sua versatilità e disponibilità di opzioni. La capacità di sollevamento verticale, in particolare, consente di raggiungere la massima altezza e sbraccio, ideale per le operazioni di carico e di trasporto in ambito edile, mentre la capacità di sollevamento radiale migliora la geometria di scavo si lascia apprezzare soprattutto nell’utilizzo con attrezzature e in lavori di riempimento, scavo, livellamento e asfaltatura.

Ricordiamo però che la 250T offre anche di serie il sollevamento parallelo, che aiuta a mantenere i carichi in piano sull’intero arco del sollevamento e risulta perciò ideale nel trasporto di carichi pallettizzati, e come opzione il sistema antibeccheggio (SRS), che consente al braccio e al carico di muoversi in modo indipendente dal telaio garantendo una migliore ritenzione del carico, cicli di carico più rapidi e tempi di trasferimento ridotti. Una nota di merito per il software di controllo myCHOICE JCB, che consente di regolare la velocità di risposta dei due joystick con tre impostazioni ognuno che permettono agli operatori di scegliere il proprio setup ideale.

di Roberto Negri