Cantieri aperti

In Francia si riparte con Suite Rapide

Ripartenza a pieno ritmo per i cantieri “Suite Rapide” francesi di GCF dopo il lockdown. Da qualche giorno tutti gli operai e gli addetti impegnati sui Lotti 2 e 3 assegnati a Transalp Renouvellement – raggruppamento di cui è capofila la Generale Costruzioni Ferroviarie – sono tornati sui binari, ognuno abbinando lo svolgimento delle proprie mansioni tecniche con le nuove prassi messe a punto per garantire la tutela della salute.

“A tutti gli operai – spiega dalla Direzione francese Sabino Carbonesono state impartire rigorose istruzioni per affrontare in sicurezza l’emergenza Covid-19. Ognuno, appena arrivato in cantiere, ha ricevuto un kit sanitario con mascherine chirurgiche, gel idroalcolico, visiere per le lavorazioni che per i prossimi mesi costituiranno parte integrante dei consueti DPI. I conduttori e i responsabili dei treni e delle macchine hanno ricevuto detergenti appositi e indicazioni su come sanificare gli spazi loro affidati”.

Scrupoloso e meticoloso il lavoro di preparazione per la “safety” in cantiere. Ogni addetto, a seconda del ruolo e delle mansioni svolte, ha ricevuto non appena raggiunto il cantiere una sorta di scheda sanitaria che, in considerazione della particolare tipologia di incarico lavorativo assegnatogli, illustra le misure di prevenzione generali e specifiche messe a punto dall’équipe di responsabili per la salute. Un prontuario di indicazioni, consigli e prescrizioni da applicare con metodico rigore e responsabilità per scongiurare l’eventualità di contagio e salvaguardare la salute propria e dei colleghi che va a sommarsi alle pratiche ordinarie di sicurezza in essere normalmente nei cantieri ferroviari.

“È uno sforzo davvero considerevole – continua Sabino Carbonedi attenzione e responsabilità che chiediamo a tutti. Peraltro non soltanto in cantiere ma anche oltre l’orario di lavoro. Molti operai sono qui in trasferta dall’Italia, alloggiano in hotel in camere singole dove vengono serviti i pasti e dove soggiorneranno senza poter prevedere il consueto rientro a fine settimana, per lo meno fintantoché non riprenderanno le attività degli aeroporti”.

I programmi dei due Lotti Suite Rapide

Nel primo cantiere, del Lotto 3, i lavori erano stati sospesi quando ormai si era arrivati ad un passo dall’ultimare il rinnovamento previsto lungo la linea 800 000 Givors – Grézan nella tratta da La Voulte a Pont St Esprit: circa 68 km di linea a doppio binario. Nei prossimi giorni sia il Treno di rinnovamento P95 di Transalp, sia la risanatrice C75 di GCF potranno finalmente concludere i lavori e spostarsi a Rennes per avviare, a metà giugno, il rinnovamento della linea 441.000, tratta Rennes – Dinge.

Per quanto riguarda il Lotto 2, invece, da pochi giorni ha potuto finalmente essere messa in lavorazione nell’ Île-de-France la linea 746 000, nella tratta compresa tra Corbeil-Lessonnes e Melun: circa 46 chilometri di ferrovia elettrificata a 1500V e a doppio binario. I lavori, di notte, nelle previsioni avrebbero dovuto durare fino al 18 luglio. Il convoglio Suite Rapide ora rimesse in opera la nuova risanatrice C75-2C di Transalp ed il nuovo treno P95 di GCF attraverserà il territorio di 8 comuni, incontrando 9 stazioni e numerosi passaggi a livello. Circa 500 gli addetti che si avvicenderanno sul cantiere. Nel complesso saranno movimentati 82.000 tonnellate di ballast, 77.330 traversine in calcestruzzo e 92 km di rotaia.

GCF  per il cablaggio in fibra ottica

Oltre 25.000 unità abitative raggiunte entro fine anno dalla rete in fibra ottica. È l’obiettivo dei cantieri che GCF ha avviato o ha calendarizzato per un’imminente apertura in una trentina di centri periferici per la maggior parte del bellunese e del vicentino. Piccoli centri e borghi nei quali il superamento del digital divide è condizione impellente per guardare al futuro. Ora più che mai.

Con il consorzio SAI scarl, costituito con Sirti, GCF è entrata nel mercato della banda utralarga da un paio d’anni, appaltando da Open Fiber progetti previsti dal Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) nel Piano di cablaggio del territorio nazionale in tecnologia FTTH (Fiber to the Home).

Due le macro-aree tipologiche previste dal Piano: i cluster A&B, comprendenti città ad alta densità abitativa, e i cluster C&D, insediamenti situati in zone periferiche (aree “a fallimento di mercato”, secondo la definizione dello stesso MISE) nei quali la dotazione di un’infrastruttura di rete a banda ultralarga è considerata strategica per uscire da condizioni di penalizzazione per lo sviluppo.

Mentre si stanno concludendo i collaudi delle reti cablate negli scorsi mesi da GCF a Salerno, Modena, Varese, Busto Arsizio e Ancona Nord e, contemporaneamente si stanno avviando cantieri in altri due cluster A&B (Cesena e Thiene), l’impegno più consistente della Divisione Fibra Ottica di GCF è concentrato ora sui lavori avviati o di imminente avvio in cluster a bassa densità di popolazione che per lo più sorgono nel territorio di Belluno nel vicentino oltre che nel varesotto.

Il cablaggio della fibra ottica

“Cablare questi centri – spiega  Fabrizio Carnevali, dirigente GCF comporterà effettuare 30-35 chilometri di scavo e posare all’incirca 250 chilometri di fibra. Fin dalla fase progettuale il criterio principe è di puntare a minimizzare al massimo l’impatto dei lavori. Pertanto, laddove possibile, si tende a sfruttare le infrastrutture esistenti, come linee e cavidotti dell’illuminazione pubblica che sono di proprietà dei singoli Comuni. In alternativa, quando non sia possibile sfruttare vie già esistenti, ricorriamo a tecniche di scavo che, a differenza dello scavo tradizionale, hanno un basso impatto ambientale, acustico, ed economico”.

Oltre alle mini-trincee larghe soltanto 10 cm – dunque, a ridotti costi di ripristino – e ricavate con macchine fresatrici in grado di aspirare i materiali di scarto, riducendo polveri e disagi per i cittadini, la tecnica privilegiata, la “no dig” prevede la perforazione del suolo a circa 2/3 metri di profondità con l’impiego di trivelle teleguidate capaci di scavare, a partire da un pozzetto di lancio, tunnel orizzontali per tratti da 100 a 200 mt: un sistema “invisibile” in superficie, che non richiede opere di ripristino e che ha un impatto acustico contenuto.

Continua Fabrizio Carnevali: “Queste due tecniche a basso impatto ad oggi hanno coperto circa l’80% dei tracciati di scavo, minimizzando non di poco l’impatto dei lavori di cablaggio per le persone. Un aspetto non secondario, se si pensa che riguarda le 31.000 Unità Immobiliari collegate con quasi 500 km di fibra ottica posata in 126.000 metri di cavidotti”.

Con questa nuova fase di intervento nei cluster periferici, oltre 25.000 famiglie potranno fruire entro fine anno della banda ultralarga. Un passo importante per il futuro di aree in cui lo sviluppo non può prescindere dal superamento dell’isolamento e del digital divide.