In cava e su strada con il nuovo Arocs

In attesa di provarlo in cava e sulle strade di casa nostra e quasi in contemporanea con il Bauma, abbiamo testato, in cava e su strada, il nuovo Arocs Mercedes, ultimo nato dei pesanti della Casa di Stoccarda (dopo l’Actros, l’Antos e l’Atego) a presentarsi con largo anticipo, con le nuove motorizzazioni euro VI.

Sono tre i veicoli messi a disposizione per la prova, un 6×4 «leggero», 2630, un 8×4 3240 e un 8×8/4 4151. Iniziamo le prove con l’Arocs 2630 6×4. Il veicolo è allestito con un ribaltabile

trilaterale (e rimorchio) e dispone del più piccolo dei propulsori previsti per la gamma Arocs, ovvero l’OM 936 di 7,7 litri la cui gamma va da 175 a 260 kW (238– 354 CV) e che nel caso specifico

dispone di una motorizzazione media da 220 kW (299 CV) con una coppia massima di 1200 Nm.

Il percorso parte dal cantiere della Rheinkalk a Dornap, nei pressi di Dusseldorf e con il veicolo scarico affrontiamo un agevole percorso sterrato che ci porta all’esterno del cantiere. E

subito il piccolo motore, mostra un carattere inaspettato per una così piccola cilindrata.

Si tratta di un propulsore nuovissimo, ricco di interessanti soluzioni tecnologiche con una pressione di iniezione massima di 2100 bar per il sistema di iniezione common rail, albero a camme di scarico a fasatura variabile (una novità per i diesel) e turbocompressore a gas di scarico asimmetrico a doppia turbina (ma i modelli più potenti di questo motore dispongono di sovralimentazione a doppio stadio con due compressori).

Il motore prende i giri molto rapidamente considerando anche l’assenza di carico, e la salita che ci porta verso l’uscita dal cantiere viene affrontata molto speditamente e senza la benché

minima incertezza.  L’altra piacevole sorpresa ci viene dal cambio automatizzato Mercedes PowerShift 3, rapidissimo nei cambi di marcia ma sempre attento a mantenere il contagiri nella parte bassa.

Giunti a una cava, dopo aver caricato, ripercorriamo all’inverso lo stesso tragitto con un poco di curiosità per vedere come sarà il comportamento del piccolo motore a pieno carico.

Ci troviamo nuovamente sul percorso stradale che ci porterà al cantiere della Rheinkalk, ma questa volta siamo a pieno carico. Anche in queste condizioni il veicolo mostra di avere carattere e potenza più che sufficienti, lo sterzo (Servotwin con servo assistenza parzialmente elettrica) non richiede il minimo sforzo, comportamento che mantiene anche quando ci troviamo sullo sterrato.

La discesa verso il cantiere è agevole: siamo a destinazione, scarichiamo ed eccoci pronti per un altro veicolo e per una prova che si svolgerà essenzialmente su sterrato.

LA PROVA SULLO STERRATO

Il secondo veicolo che andiamo a provare è un 8×4/4; si tratta del modello 3240 allestito anch’esso con un cassone ribaltabile trilaterale ed equipaggiato con il nuovo motore OM 470 da 10,7

litri che viene proposto con 4 livelli di potenze che vanno da 240 a 315 kW (326 – 428 CV); il modello in prova dispone della motorizzazione da 290 kW (394 CV) e con coppia di 1800 Nm e

del cambio Mercedes PowerShift 3 (di serie) comandato da una leva posta sullo sterzo.

La prova si svolge con il veicolo carico (a 32 t). Si parte in seconda (siamo nella parte pianeggiante e lasciamo che il cambio faccia tutto da solo). Il percorso all’interno di questo grande cantiere è

interessante e vario, il mezzo  mostra di trovarsi perfettamente a proprio agio senza mai mostrare il benché minimo cenno di affanno.

Un tratto particolarmente pendente e con terreno smosso dai numerosi passaggi richiede, più per sicurezza che per reale necessità, il bloccaggio del differenziale trasversale. L’operazione è semplicissima e  visto che il terreno non promette nulla di buono decidiamo di passare in manuale e con i bloccaggi inseriti e il motore che gira allegramente affrontiamo anche questa salita non certo facile cui fa seguito una altrettanto difficile discesa che viene affrontata in prima e con un freno motore dalla sorprendente potenza. Tutto il resto è quasi routine. Positivo anche il giudizio sul motore che, sebbene si viaggi a 32 tonnellate e non 40 come da noi, mostra di possedere tutte le carte in regola per svolgere ogni normale attività anche nelle cave e nei cantieri italiani.

ULTIMA PROVA

Siamo giunti alla terza e ultima parte della nostra giornata di test con gli Arocs:  il veicolo da provare è il 4151, un poderoso 8×8/4 con un motore da 510 CV (375 kW) a 1800 giri/min e con una coppia

massima di 2500 Nm a 1100 giri, valori di tutto riguardo che assieme alla trazione integrale sui 4 assi non dovrebbero conoscere ostacolo. Il motore OM 471 è un 12,8 litri e viene proposto con 4 diverse tarature di potenza che vanno da 310 a 375 kW (421 – 510 CV). Il cambio manuale, grazie anche alla presenza del nuovo sistema di comando shifty by-wire, a una efficientissima servo assistenza e un’ottima frizione, viene manovrato con estrema facilità. Ci troviamo quasi immediatamente ai piedi di una salita del 40%. Prima di iniziare il percorso il nostro driver inserisce il blocco

dei differenziali e parte. Il veicolo procede in piena sicurezza  ma senza mai dar fondo a tutta la potenza, anzi restando fisso sui 1100 – 1200 giri.

Il peso risulta sempre perfettamente bilanciato a tutto vantaggio di una perfetta trazione su tutti gli assi, senza dimenticare il contributo degli pneumatici per fuoristrada 13 R 22.5.   Dopo la scalata e la relativa discesa il resto del percorso appare come una piacevole scampagnata.

Un grande Arocs dunque e soprattutto una grande gamma che sicuramente permetterà di avere un veicolo quasi «su misura» delle proprie esigenze.

 

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