Cantieri metropolitani

Il cuore blu della nuova Metro di Milano

Proseguono i lavori della M4 a Milano. Tanta tecnologia e un ricco parco macchine impiegato quotidianamente nei cantieri della città.

Da alcuni anni Milano è sempre più proiettata in uno scenario europeo, soprattutto dal punto di vista dei servizi. L’ulteriore innovazione delle infrastrutture cittadine è rappresentata dalla Metro 4. Essa consentirà al capoluogo lombardo di confrontarsi con altre capitali europee anche dal punto di vista dei trasporti. Macchine Edili si è recata in due dei 53 cantieri aperti in Milano. Per comprendere più da vicino le caratteristiche tecniche della macchine e le fasi di lavoro da loro svolte.

La nuova Metro di Milano

La nuova linea metropolitana collegherà la parte est della città (Aeroporto di Linate e quartiere Forlanini) con quella ovest (quartiere Lorenteggio e Stazione FS San Cristoforo). Riducendo così il traffico con benefici per l’ambiente e per chi vive e lavora a Milano. M4 entrerà in funzione nel 2022, con 21 stazioni e 5 punti di interscambio con la rete metropolitana e ferroviaria esistente, per un totale di circa 15 km di linea. La linea M4 è anche chiamata linea blu. Con quel colore infatti, la linea sarà identificata nelle mappe. E il blu sarà il colore principale utilizzato nell’arredo delle stazioni e dei treni.

Il cantiere “Manufatto Augusto”

L’area interessata dai lavori per il “Manufatto Augusto” si trova sul versante est di largo Augusto, adiacente ai portici. Il cantiere è stato aperto nel 2016. La prima, lunga fase ha riguardato l’attività di spostamento dei sottoservizi esistenti. Terminate queste attività preliminari, è iniziata la costruzione dei diaframmi o paratie. Ovvero delle pareti esterne in cemento armato che sostengono il terreno. La realizzazione dei diaframmi viene eseguita utilizzando un grande escavatore idraulico a fune Liebherr HS 855 HD. Si tratta di una gru a fune attrezzata per lo scavo dei diaframmi. E’ una macchina al top sul mercato per questo tipo di lavorazione. Tra i suoi vantaggi offre una notevole silenziosità. Collegata al braccio a torre dell’escavatore tramite una fune, l’enorme benna mordente scende per gravità. E realizza uno scavo in verticale a pianta rettangolare che si spinge ad una profondità di 54 m. La benna scava a colpi recuperando il materiale di scavo che viene messo nei cassoni dei camion. Contemporaneamente, al posto della terra rimossa viene inserito materiale argilloso (una miscela di acqua e bentonite). Serve a sostenere la pressione esercitata dal terreno e favorendo così le operazioni di scavo. Vengono poi calate le gabbie di acciaio che costituiscono l’armatura del diaframma e infine lo scavo viene riempito con calcestruzzo. Durante il getto la bentonite viene recuperata, vuotata in grosse vasche e riutilizzata nello scavo successivo. La tenuta idraulica tra diaframma e diaframma è garantita dalle palancole. Si tratta di lastre in acciaio per il contenimento del calcestruzzo gettato nel terreno, successivamente sfilate. Lo strato superficiale di calcestruzzo viene rimosso con appositi martelli demolitori per adagiare la trave di coronamento che serve a unire tutti i diaframmi.

La fase finale

L’ultimo passaggio consiste nel consolidamento del terreno, con la sua capillare foratura e l’iniezione di materiale consolidante per prevenire infiltrazioni d’acqua nelle strutture in fase di realizzazione. Infine si realizza l’opera in cemento armato. In questo caso non è una stazione vera e propria ma un manufatto per l’accesso dei Vigili del Fuoco, per l’aerazione e le vie di fuga. La stazione di interscambio sarà realizzata nel cantiere San Babila, distante circa 200 metri. L’escavatore idraulico a fune Liebherr HS 855 HD è dotato di impianto idraulico per gestire apertura, chiusura e rotazione (tramite ralla) della benna. Un sensore controlla la verticalità della benna durante lo scavo, e dopo ogni ciclo quest’ultima, dopo lo scarico, viene ruotata di 180° per rendere più uniforme l’usura dei denti. Sul cantiere “Manufatto Augusto” è attivo anche un altro escavatore idraulico a fune: un Liebherr HS 835 HD, dalle dimensioni più contenute rispetto all’855 con il compito di sollevare le gabbie e posarle all’interno dello scavo.

Il cantiere “Stazione Vetra” di Milano

L’altro cantiere che ci ospita è in Piazza Vetra, dove sarà realizzata la Stazione Vetra della metropolitana M4. Come nel precedente, anche qui i lavori sono stati preceduti nel 2016 dallo spostamento preventivo dei sottoservizi. Ma essendo il cantiere più defilato rispetto al traffico urbano, l’operazione è stata meno impattante. La procedura è la stessa adottata in Largo Augusto. Qui però i diaframmi sono stati completati, è stato effettuato un primo ordine di tiranti e al momento si sta realizzando il tampone di fondo eseguito con la tecnica delle iniezioni.

Perforatrici al lavoro

Prima di tutto vengono realizzati dei fori profondi 30 m utilizzando due perforatrici della Comacchio, una MC 1200 e una MC 1500. La perforazione del terreno viene eseguita con una carotatrice ad acqua che, ruotando, fa fuoriuscire il materiale sotto forma di refluo. I fori vengono rivestiti da una camicia provvisoria, altrimenti il terreno franerebbe. Si realizza una guaina  con una miscela di cemento e bentonite e nei fori vengono inseriti dei tubi in PVC con valvole utilizzate poi per iniettare miscele cementizie silicatiche nel terreno. Le iniezioni sono a portata, pressione e volume controllato. Per iniettare si usano gruppi di iniezione. Ogni gruppo ha quattro iniettori e da ogni iniettore parte una linea che raggiunge una cannetta in PVC. Lo scopo del tampone, che colma tutti i vuoti all’interno del terreno sul fondo dello scavo, è duplice: da un lato, grazie al cemento, lo consolida attribuendogli un incremento di resistenza meccanica, dall’altro lo impermeabilizza grazie ai prodotti silicatici. Nella fase successiva viene eseguito lo scotico del refluo (patina bianca in superficie), smaltito poi come rifiuto, poi si riprende a scavare per circa 20 m eseguendo un altro ordine di tiranti, fino a incontrare così il tampone di fondo che si sviluppa per circa 12 m sotto la quota di imposta della platea di fondazione. Sopra le fondamenta saranno edificate le opere civili della nuova stazione: pareti e pilastri in cemento armato per poi salire con il resto della struttura.

di Claudio Guastoni