Forza e compattezza sono le due caratteristiche dello Hyundai HX145LCR che abbiamo provato in un cantiere in provincia di Verona. Dove versatilità e agilità sono risultate fondamentali
Non ci vuole un pennello grande. Ma un grande pennello.
Recitava così una famosa pubblicità a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 che, in modo simpatico, proponeva una bella pillola di saggezza.
Una riflessione che, negli escavatori idraulici, sta sempre più prendendo piede e che ha visto la crescita esponenziale della fascia che gravita intorno alle quindici tonnellate di peso operativo. Con una fetta sempre maggiore di imprese che si indirizzano verso macchine con ingombri posteriori ridotti e che sono chiamati globalmente short-radius o compact-radius.
Una riflessione che ha accompagnato anche Angelo Ambrosi quando ha deciso di inserire nel suo parco macchine, con già altri tre escavatori Hyundai al lavoro, il nuovo HX145LCR.
Una scelta legata alla compattezza e alle prestazioni che la macchina, nonostante le dimensioni, è stata in grado di garantire. E che nel particolare cantiere nei pressi di Verona ha ulteriormente evidenziato mettendosi in luce per velocità, forza e agilità di movimento.
Le dimensioni compatte non traggano in inganno: la cabina dello Hyundai HX145LCR non ha nulla da invidiare agli escavatori più grandi del costruttore coreano. Con un disegno che definisce il filone del family style Hyundai per tutti i suoi short-radius e midi escavatori, ha un accesso comodo grazie allo spazio a disposizione nello specchio della porta, alla comoda distanza fra sedile e pedaliera e alle maniglie ben collocate che aiutano nella salita. Lo scalino da superare, frutto della generosa struttura della torretta, non costituisce un ostacolo. Una volta seduti al posto guida si apprezzano l’ergonomia generale, frutto di una storia progettuale che, con la serie HX, è arrivata al suo attuale ultimo step. Il lavoro fatto in termini di interazione intuitiva con la macchina è di livello molto elevato: sia per la gestione di tutte le possibilità idrauliche che per l’integrazione uomo/macchina/elettronica che culmina con il sistema Miracast con wi-fi Direct per lo smartphone. Da intendersi non come un gadget ma come un modo sicuro e comodo di essere connessi durante il lavoro. Il comfort è di livello molto alto e abbiamo apprezzato l’efficienza della ventilazione con un numero cospicuo di bocchette disposte sul piantone posteriore destro che, correttamente orientate, formano un piacevole clima interno. Così come le finiture, che si allineano alla fascia medio-alta del mercato e non fanno mancare né il necessario, né il superfluo. Che oggi è assolutamente necessario. L’altro punto a favore è la silenziosità, complice non solo l’insonorizzazione ma anche la scelta di un motore che “parla” sottovoce.
Uno dei principali punti di forza degli escavatori compatti di medie dimensioni è sempre la velocità. Di sicuro questa non manca allo Hyundai HX145LCR che, nel particolare cantiere in cui è stato provato, si occupava di rimuovere una canalizzazione agricola in calcestruzzo per poi effettuare lo scavo per un nuovo manufatto interrato. La rimozione avveniva in modo sistematico e per moduli successivi. Pulizia del terreno dove necessario, rimozione del manufatto con la benna, trasporto presso la zona per la demolizione e successivo carico e smaltimento. Un lavoro rapido e in successione dove l’impianto idraulico deve dare risposte rapide e fluide. Traslazione e attrezzatura, per esigenze logistiche, devono lavorare in piena sinergia fra loro permettendo il passaggio degli ingombranti canali in calcestruzzo senza danneggiare le piantagioni. In questa applicazione l’HX145LCR si è comportato molto bene permettendo di lavorare in scioltezza grazie a una sensibilità che già era ben presente sulla serie 9 e che, ora, è stata ulteriormente implementata con una buona dose di velocità. Nelle manovre composte con la traslazione non si avvertono cedimenti mettendo l’accento su una propensione al lavoro dinamico tipico di queste macchine. La pulizia e rimozione delle basi in calcestruzzo sono state infatti eseguite usando braccio, traslazione e lama per avere cicli rapidi e veloci sfruttando al massimo la capacità della benna per ogni ciclo. Con una risposta efficiente dell’idraulica che, nel corso del test, non è mai andato in crisi.
Ingombro posteriore ridotto significa, per molti, minore equilibro. Oggettivamente la fisica non può essere sovvertita ma, di sicuro, è possibile darle una mano lavorando sull’equilibrio della macchina aumentando il peso laddove necessario per sopperire alla forma. Un bell’esercizio di stile che negli escavatori short-radius spesso ha dato risultati che vanno al di là di ogni migliore aspettativa. L’HX145LCR rientra sicuramente in questa casistica. L’altezza della torretta e del contrappeso posteriore, infatti, non deriva solo da una esigenza di contenere gli odierni motori con gli ingombranti dispositivi antinquinamento. Lo sviluppo in altezza, visto che è funzionalmente necessario, serve anche per avere una massa maggiore che permetta un equilibrio dinamico superiore. Nel lavoro svolto a Verona questo dinamismo è emerso in modo positivo: lo sbraccio dell’HX145LCR con l’avambraccio da 2.500 mm (configurazione assolutamente consigliata) è di 8.310 mm e la profondità massima raggiungibile è di 5.500 mm. Misure decisamente interessanti per una macchina di queste dimensioni e che permettono di eseguire lavori impegnativi in spazi molto ridotti. La capacità di carico arriva fino a 9.170 kg a 3,0 metri di sbraccio rasoterra. Un valore notevole che supera il 50% del peso operativo della macchina e che spiega bene l’equilibrio dimostrato in cantiere nella manipolazione dei manufatti in calcestruzzo.
Dal 1956 il territorio di Verona vede all’opera la famiglia Ambrosi che oggi, con la Ambrosi Angelo Scavi srl, vede la seconda generazione attiva da molto tempo. Con un parco macchine composto sostanzialmente da due grandi marchi, di cui uno è Hyundai, conta due escavatori gommati da 11 e 14 ton, tre escavatori cingolati da 21 ton, un escavatore cingolato da 15 ton, una terna, una pala gommata da 3,2 mc, oltre a sette veicoli industriali fra stradali e mezzi d’opera, impianti mobili di selezione e frantumazione per il riciclaggio delle macerie e svariate altre attrezzature fra cui rulli, piastre, ecc. Con otto dipendenti, il sig. Angelo opera da sempre nel settore agricolo, specializzandosi in opere di irrigazione, e nel settore delle costruzioni con scavi e opere di urbanizzazione.
di Costantino Radis