Cantieri

Ex Black & Decker: vince la squadra

DCIM147GOPROdi Martino Paradiso

La demolizione dello storico complesso industriale di Civate (Lecco) è l’occasione per approfondire le modalità dell’approccio integrato al decommissioning che distingue Safond Martini nel panorama nazionale

Arroccato in cima alla collina di Civate, in un’invidiabile posizione panoramica condivisa con il centro storico della cittadina, l’ex complesso industriale ha costituito per decenni uno dei principali poli produttivi e occupazionali per il territorio dell’Alta Brianza.

A seguito del fallimento della proprietà dello stabilimento, d’intesa con le autorità comunali, il curatore giudiziario ha disposto la demolizione dei fabbricati, primo passo verso la riqualificazione dell’area secondo le indicazioni previste dagli strumenti urbanistici, che prevedono la realizzazione di nuove costruzioni a destinazione residenziale e servizi pubblici e privati per complessivi 14.000 m2.

Completato in circa sette mesi e mezzo, l’intervento ha interessato dapprima la messa in sicurezza dell’area, poi la bonifica degli edifici e, infine, la loro demolizione con completa asportazione di tutte le strutture fino allo strato di roccia sottostante, per un volume vuoto per pieno complessivo pari a circa 70.000 m3.

 

Il bisturi e il machete

03Ampio 6.500 m2, il complesso era articolato in due aree distinte: gli spazi destinati all’attività produttiva, che costituivano la grande maggioranza della superficie complessiva, e il fabbricato degli uffici, ciascuno con peculiarità proprie dal punto di vista costruttivo.

I volumi industriali erano caratterizzati da significative superfici di copertura in cemento-amianto (oltre 7.000 m2) e dalla presenza, all’interno, di numerosi manufatti inamovibili, anch’essi contenenti amianto, oltre a una notevole quantità di materiali, oggetti e dispositivi di vario genere, alcuni dei quali contenenti sostanze tossiche.

«Il complesso industriale era formato da strutture solide e ben costruite – spiega l’ing. Vittorio Addis, Presidente della società di ingegneria Tecno Habitat, che ha effettuato la progettazione e la direzione lavori – fatto che ha reso ancora più complessa la già non facile attività di demolizione».

I fabbricati produttivi, per esempio, disponevano di solette di tipo industriale con portate anche di 3.000 kg/m2, come di importanti strutture di copertura realizzate con materiali contenenti fibre di amianto e protette da ulteriori strati di lane minerali.

La principale criticità della zona amministrativa era invece rappresentata dalla difficoltà di accesso da parte dei mezzi d’opera, poiché le aree circostanti erano sostenute da strutture non adatte a sopportare eccessive sollecitazioni statiche, oltre che dalla presenza di pavimentazioni contenenti amianto.

«Anche in questo caso abbiamo potuto fare affidamento sull’estrema professionalità dell’impresa, che ha fronteggiato i numerosi imprevisti con il giusto spirito di collaborazione. In generale l’intervento è stato condotto con precisione «chirurgica», in quanto solo aree limitate hanno permesso interventi invasivi, da trattare «con il machete»».

 

Gestire le criticità

04La commessa è stata affidata all’azienda vicentina Safond Martini che, da oltre 30 anni, è impegnata nel settore delle bonifiche ambientali, nel trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali e nella riqualificazione delle aree dismesse. Il suo punto di forza consiste nella fattiva integrazione delle diverse fasi operative che compongono l’intera filiera.

«L’attività di decommissioning dell’ex Star Black&Decker, che integra i diversi ambiti della bonifica, della demolizione e della gestione e recupero dei rifiuti, ha presentato tre aspetti di criticità – commenta il Dott. Guido Zappa, Direttore Generale di Safond-Martini.

In primo luogo è stato necessario applicare il massimo rigore tecnico nell’esecuzione puntuale di ogni diversa tipologia delle opere da eseguire, nel rispetto dei tempi prestabiliti e con i più elevati standard di sicurezza, fattori che caratterizzano l’azienda nel panorama degli operatori attivi in Italia nel settore.

Una parte delle nostre attività si svolge infatti nell’ambito della produzione di materie prime certificate di alta qualità e di materiali e prodotti rigenerati, eco-sostenibili. Di conseguenza, l’intero processo operativo è sempre orientato al massimo impegno nel recupero dei rifiuti e non, come accade spesso, alla mera esecuzione delle attività di decommissioning.

Il secondo ambito attiene al rapporto con gli enti di controllo, che comporta un significativo impegno sotto il profilo della progettualità connessa ai lavori da eseguire. In questo caso, dopo un serrato confronto con gli enti stessi, il cantiere di Civate è stato anche scelto come esempio di studio e di formazione «sul campo» per i tecnici della ASL del territorio.

Ultima, ma non meno importante, è la contestualizzazione del cantiere, situato a ridosso del centro storico del paese. Abbiamo infatti osservato la massima attenzione nell’evitare qualsiasi disagio alle attività insediate e alla popolazione che, da parte sua, ha subito percepito il valore delle soluzioni messe in campo.

Gestire al meglio queste complessità è possibile solo grazie a un attento lavoro di squadra, risultato della convergenza di differenti competenze ed esperienze sotto il segno della massima professionalità».

 

Il cantiere per fasi

11Mettendo a frutto il proprio consolidato know how, Safond-Martini ha innanzitutto effettuato uno studio dell’area per individuare la migliore metodologia di bonifica e demolizione degli edifici, in modo da ridurre al minimo possibile l’impatto dell’intervento nei confronti del tessuto edificato circostante e della mobilità interna al centro abitato.

La prima fase del cantiere ha interessato la rimozione dei materiali e dei rifiuti giacenti negli edifici e potenzialmente recuperabili, con l’impiego di mezzi meccanici di peso operativo compatibile con la portanza delle strutture. L’accurata cernita manuale ha consentito la separazione delle varie tipologie di materiali (sintetici, legnosi, ferrosi, e misti) e l’accumulo in aree dedicate per il deposito temporaneo in modo da favorire il loro massimo recupero possibile.

Successivamente è iniziata la fase più complessa del cantiere, che ha interessato la bonifica dai materiali contenenti amianto, dalle lane minerali e dalle altre sostanze tossiche presenti all’interno dei fabbricati da demolire, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza degli operatori e l’assoluta compatibilità ambientale delle attività.

Gli interventi di bonifica più critici, connessi alla presenza di amianto friabile, hanno comportato anche l’identificazione di 6 aree, tre per ciascuna delle due macrozone d’intervento, tutte singolarmente confinate in modo statico e dinamico mediante la posa di doppio strato di fogli di polietilene e l’installazione di idonee unità di decontaminazione, con accesso esclusivo a personale equipaggiato con dispositivi di protezione individuale a tenuta stagna e maschere con filtri assoluti.

Le opere propedeutiche alla demolizione hanno successivamente interessato la bonifica, la rimozione e lo smaltimento di tutti gli altri materiali contenenti amianto (lastre in eternit, pavimentazioni, guarnizioni, etc).

In questa seconda fase, durante la quale sono state impegnate fino a 20 unità compresenti in cantiere, sono state rimosse anche tutte le lane minerali presenti nei controsoffitti, attorno alle tubazioni e nelle pareti mobili, insaccandole in big bags e accumulandole temporaneamente in un’area controllata, per l’invio allo smaltimento presso impianti specificamente autorizzati.

Tutte le attività di bonifica sono state eseguite prestando la massima attenzione e verificando, a intervalli regolari, i parametri di sicurezza imposti dall’ente di controllo a tutela della salute dei lavoratori e della popolazione.

 

Gli interventi di demolizione

09BRisanati dall’amianto e dagli altri materiali pericolosi, gli edifici sono stati abbattuti in circa 2 mesi, grazie all’opera di una squadra composta da 9 addetti complessivi.

«In questo caso – riprende Guido Zappa – per alcune attività specialistiche abbiamo coinvolto Demiced, impresa di provata esperienza e professionalità nel settore delle demolizioni, allo scopo di ottimizzare l’insieme delle attività connesse all’impiego di mezzi d’opera speciali dal punto di vista operativo ed economico. Anche queste opere si sono svolte sulla base dei documenti progettuali redatti da Safond Martini e sotto il coordinamento dei nostri tecnici.

Iniziando da quelli limitrofi al cortile interno, i più impegnativi fabbricati a destinazione produttiva sono stati i primi a essere abbattuti, in modo da facilitare le attività logistiche legate al progressivo allontanamento delle diverse migliaia di tonnellate di rifiuti prodotte, che hanno richiesto circa 600 viaggi di automezzi con carichi da 25 a 30 tonnellate.

DestraIl cantiere è stato organizzato in modo da poter compiere al suo interno tutte le lavorazioni di suddivisione, recupero e trattamento sull’intero volume di rifiuti trattati, in vista del loro smaltimento o della valorizzazione. Posizionando gli escavatori sempre all’interno del perimetro dello stabilimento sono state così liberate le aree circostanti la ciminiera, alta circa 28 metri.

Per il suo smantellamento è stata approntata una barriera di protezione sospesa mediante gru a braccio telescopico, in modo da evitare rischi alla sede municipale e agli altri edifici situati a pochi metri di distanza. In questo caso la gru è stata posizionata all’esterno, previa delimitazione della strada prospiciente l’area d’intervento. La demolizione della palazzina amministrativa ha costituito l’ultimo intervento in programma.

«Sono stati utilizzati mezzi dalle potenzialità mirate. Si tratta in sintesi di 3 escavatori cingolati marchiati Caterpillar e Komatsu da 500 q.li, con braccio da 30 metri (impiegato per raggiungere le parti meno accessibili a causa della contenuta portanza delle strutture sottostanti), da 350 e da 200 q.li (quest’ultimo dedicato eminentemente all’attività di deferrizzazione e frantumazione), con bracci da 18 e 10 metri equipaggiati a seconda delle necessità con martelli, cesoie, pinze e frantumatori».

 

 

Valorizzare le sinergie
Guido Zappa
Guido Zappa

Safond-Martini è un’azienda di riferimento nel settore delle bonifiche ambientali, del trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti industriali e della riqualificazione di aree dismesse, specializzata in: – riqualificazione ambientale (indagini, progetti, bonifiche, rimozioni); – gestione dei rifiuti da avviare a recupero e/o smaltimento; – sviluppo e produzione di materiali e prodotti rigenerati; – ricerca e commercio di materie prime certificate di altissima qualità; Le attività di trattamento finalizzate al recupero vengono eseguite utilizzando impianti propri, attivi presso la sede di Montecchio Precalcino (Vicenza) per una superficie complessiva di circa 200.000 m2 di cui 90.000 coperti. Le attività di smaltimento vengono condotte utilizzando le discariche di proprietà aziendale, ove è possibile conferire rifiuti inerti e rifiuti non pericolosi. Le attività di bonifica vengono eseguite sugli stessi siti contaminati utilizzando mezzi operativi di proprietà. Il parco mezzi aziendale comprende pale gommate, escavatori, oltre ad autotreni centinati, scarrabili, semirimorchi e silo-veicoli con scarico a propulsione, e altri mezzi compatibili anche con lo svolgimento delle operazioni di ricevimento e spedizione dei materiali su rotaia. . «L’eliminazione delle passività ambientali, la demolizione e la gestione dei rifiuti prodotti sono ambiti imprenditoriali normalmente distinti – spiega il Direttore generale dott. Guido Zappa – che fanno riferimento ciascuno a un proprio mercato. La specificità di Safond Martini consiste invece nella valorizzazione delle sinergie che esistono fra queste attività. Il vantaggio di questa impostazione è connesso alla capacità di proiettare al dopo, ovvero ai processi di produzione delle materie prime seconde, la gestione del cantiere di bonifica e demolizione». L’azienda assume anche il ruolo di general contractor per gestire tutte le attività correlate alla riqualificazione di aree dismesse, come le urbanizzazioni e le riqualificazioni immobiliari.  

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