Intervista esclusiva

Develon: incubatore di innovazione

Giuseppe Santo (a sinistra) e Marco Buratti

La spinta propulsiva dell’innovazione non è ottenere risultati tangibili subito, ma piuttosto, procedendo per tentativi perché il progresso, in tutti i campi, non è altro che un tentativo riuscito, sperimentare soluzioni inedite che non necessariamente diventano a breve termine realtà. Ma tracciano la strada e, passo dopo passo, si trasformano in un prodotto che, partito da un progetto iniziale spesso ardito e magari utopistico, dimostra invece di essere coerente con le esigenze del mercato. A ben vedere si tratta di un processo che sta alla base di tutte le rivoluzioni industriali: basti pensare a Thomas Alva Edison, che per primo seppe applicare i principi della produzione di massa al processo dell’invenzione o a  Nikola Tesla, che presentò in 26 Paesi un totale di 280 brevetti, pochi dei quali si trasformarono in realtà.

Questo è un preambolo necessario per introdurre l’intervista che abbiamo fatto, durante lo scorso Intermat, a Marco Buratti e Giuseppe Santo di Develon. Perché con loro, davanti a Concept di macchine avveniristiche che hanno incuriosito, stupito e forse inquietato il numeroso pubblico accorso allo stand, abbiamo parlato proprio di visione del futuro.

Attenti a quei due

Marco e Giuseppe sono personaggi che non hanno bisogno di presentazione. In Develon Europe, il primo è Regional Sales Lead, il secondo è Field Product Manager, dopo aver maturato una lunga esperienza in CNH Industrial. Due specialisti di elevato livello, dunque, due italiani che dimostrano quanto il mercato del nostro Paese sia importante per Develon, che qui da noi continua a investire.

“12 anni fa ero l’unico italiano del team”, spiega Marco Buratti. “Oggi siamo in 11, tutti basati in Italia, segno che la squadra sta crescendo e conta su figure chiave che si interfacciano quotidianamente con la rete raccogliendone i feedback e offrendo supporto non solo a livello commerciale ma anche formativo”.

La formazione sarà sempre più strategica”, aggiunge Giuseppe Santo, “anche perché con l’avvento delle nuove macchine sarà indispensabile formare concessionari e operatori che altrimenti non apprezzeranno mai le potenzialità delle dei nuovi prodotti in cui c’è molta più elettronica e sono presenti funzionalità prima sconosciute”.

Ma quanto è vicino il futuro?

A questo punto è lecito chiedersi: gli aggiornamenti tecnologici, spesso arditi, che Develon sta portando avanti sono step graduali verso la prossima commercializzazione di questi mezzi o siamo ancora nel campo del futuribile?

Le sperimentazioni in atto sono uno sforzo inutile, segno di un’innovazione tecnologica apparentemente sterile e fine a se stessa?

La risposta è no e il futuro potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo. Potete leggere l’intervista completa e altre importanti informazioni sui nuovi prodotti Develon che vedranno la luce prossimamente cliccando qui.