Veicoli 8x2

DAF XF 480 FAW: 4 assi di agilità

Nelle applicazioni miste strada-cantiere non ci sono solo i tradizionali mezzi d’opera 8×4 con tandem di trazione posteriore e doppio assale sterzante anteriormente. Lo prova il DAF XF 480 FAW che è un veicolo inconsueto per il mercato italiano, poiché è dotato di un assale a sterzatura comandata, collocato dietro il doppio ponte di trazione di 26 tonnellate di portata. I vantaggi? Un’accresciuta manovrabilità sullo stretto sia in strada, sia in condizioni off-road, con un diametro di volta molto inferiore a quello di un mezzo d’opera standard. L’XF 480 FAW, allestito con attrezzatura scarrabile a gancio Hiab Multilift, trova applicazione soprattutto nella movimentazione di cassoni per il trasporto di materiali da avviare al riciclo, lungo itinerari misti strada-fuoristrada che richiedono la doppia trazione e un elevato grado di agilità.

I particolari

La catena cinematica

La struttura dell’autotelaio del XF 480 FAW, che ha un passo di 4.550 mm fra il primo asse e la mezzeria del tandem, prevede longheroni di 7 mm di spessore rinforzati da un profilo a C interno, con un’anima di 310 mm di altezza. L’assale anteriore 183N di 9 tonnellate di portata è dotato di sospensioni paraboliche, mentre il tandem di trazione SR1370T da 26 ton a singola riduzione monta otto soffietti ad aria. E pneumatiche sono anche le sospensioni dell’ultimo assale 09G075 del  XF 480 FAW, trainato, sterzante e sollevabile da 8 tonnellate. L’8×4 provato è dotato di motorizzazione MX-13 Euro VI D a sei cilindri in linea di 12,9 litri di cilindrata. Si tratta di un 483 Cv multi-coppia, in grado di sviluppare 2.500 Nm fra 900 e 1.125 giri al minuto.

I bloccaggi differenziali

Il propulsore del XF 480 FAW, che monta un sistema d’iniezione common rail capace di una pressione massima di polverizzazione del gasolio di 2.500 bar, è abbinato al cambio automatizzato ZF TraXon a 12 rapporti, con l’ultima marcia in presa diretta. Il TraXon è dotato di software di cambiata Eco per massimizzare i risparmi di carburante, e di modalità Performance per i percorsi più impegnativi. Con il Performance inserito le cambiate sono effettuate a regimi superiori, con tempi d’innesto accorciati. Tutto ciò, insieme alla disponibilità della coppia massima già ai bassi regimi motore (a partire da 900 giri/minuto) facilità la guidabilità del XF 480 FAW anche sui fondi sterrati.

MX 13, freno motore potenziato e Intarder

Con l’introduzione della seconda generazione delle motorizzazioni Euro VI, avvenuta agli inizi del 2017, DAF ha apportato sostanziali miglioramenti ai motori delle serie MX 11 e MX 13. In particolare, sono stati completamente riprogettati il monoblocco, il circuito di raffreddamento, i condotti di adduzione dell’aria, i cuscinetti dell’albero motore e la geometria dei pistoni. La Casa olandese ha, inoltre, adottato turbocompressori di maggiore efficienza e ha introdotto ausiliari intelligenti (pompa dell’olio, idroguida e pompa del liquido refrigerante) a basso assorbimento energetico. Questi interventi si sono tradotti in una riduzione del regime di rotazione del motore (downspeeding), ottenuto senza compromettere le prestazioni.

Il cruscotto

L’MX-13 è dotato di freno motore potenziato ad azionamento idraulico (MX Engine Brake), che funziona in abbinamento al classico freno motore allo scarico (in tutto, 360 kW di potenza), e con il retarder idraulico secondario integrato al cambio (Intarder). Quest’ultimo ha una potenza massima di rallentamento di 500 kW, mentre la coppia di picco raggiunge i 4.000 Nm. L’azione potente e ben modulabile del rallentatore e del freno motore permette di limitare al minimo indispensabile l’intervento dell’impianto frenante di servizio, costituito da freni a disco su tutti gli assi.

Perché puntare sui carri

Per tradizione, DAF riscuote ampi successi commerciali, in Italia e all’estero, nel comparto dei trattori. Meno robusta è, invece, la presenza del marchio olandese nel settore degli autotelai cabinati, dove si concentrano da tempo gli sforzi del brand per colmare il gap di quota di mercato e porre le premesse per un’ulteriore crescita delle vendite. Il segmento dei mezzi da allestimento offre, infatti, le migliori possibilità di espansione dei volumi, rispetto al sovraffollato e ultra-competitivo comparto dei trattori da linea.

Le cifre dell’immatricolato nel nostro paese indicano che i carri rappresentano il 47,5% dei mezzi sopra le 6 tonnellate di massa totale a terra, in confronto al 52,5% dei trattori per semirimorchio. Nell’ambito degli autotelai da allestimento, il 33,8% del totale delle vendite riguarda camion di peso totale compreso fra 6 e 15,99 tonnellate, mentre il 66,2% si riferisce agli autotelai del segmento pesante oltre le 16 tonnellate. La suddivisione per numero di assi vede al primo posto, con il 50%, i carri 4×2. Questo risultato è ottenuto sommano il contributo dei mezzi da 6 a 15,99 ton (34%) con quello dei camion da 16 a 18 tonnellate (16%). Al secondo posto, per volumi di vendita, si trovano i tre assi da allestimento (40% in configurazione 6×2), mentre il 10% del totale mercato è costituito da autotelai a quattro assi per impieghi stradali (7% in tutto) e per il 3% da veicoli classificati come mezzi d’opera (circa 800-900 unità tutte-marche 6×4 e 8×4 vendute in Italia nel corso del 2018-2019). Nell’ambito dei mezzi con allestimenti furgonati, la parte del leone spetta ai camion da 7,5 a 15,99 tonnellate di massa totale a terra 48,4% dei volumi, seguiti dai mezzi da 6 a 7,49 ton (25,3%) e dagli oltre 18 tonnellate in configurazione a tre assi (14,7%). L’analisi degli autotelai attrezzati con cassone ribaltabile mostra al primo posto, con il 29,7% del totale, i modelli a quattro assi, seguiti dai 6×2 (19,7%) e dai mezzi da 7,5 a 15,99 ton (14,9%). Sono segmenti per i quali l’offerta di prodotto di DAF si articola negli autotelai delle gamme LF, CF e XF.

di Stefano Arrigoni