Doosan DL300-5: coppia di regine

di Roberto Negri

Sono le due pale Doosan DL300-5 al lavoro  presso la centrale elettrica a biomassa di Olevano (Pv). Un ciclo di lavoro impegnativo, all’interno di un processo produttivo che non conosce soste, e che perciò richiede mezzi in grado di assicurare il massimo grado di produttività e affidabilità.

È fortemente identificata con il settore construction, e in particolare con il movimento terra, pur non disdegnando frequenti incursioni in ambiti ancor più impegnativi come la cava. La versatilità, produttività e rapidità operativa della pala gommata, tuttavia, sono caratteristiche troppo ghiotte per confinarla a tali pur ampi contesti. Assai comune, quindi, è vederla all’opera nei suoi pezzi forti, la movimentazione e il carico/scarico dei materiali più disparati; soprattutto quando, come nel caso della Doosan DL300-5, prestazioni e affidabilità sono al top. Tanto, come in questo caso, da tenere il passo di un’applicazione impegnativa come l’alimentazione di un impianto per la produzione di energia elettrica. È questo infatti il contesto in cui abbiamo visto all’opera le due regine del titolo: una coppia di pale DL300-5, che insieme ad altre due macchine Doosan, una pala DL250 e un escavatore gommato DX170-5W, vanno a comporre il quartetto all’opera nella centrale a biomassa BiOlevano di Olevano di Lomellina, in provincia di Pavia.

In campo

Al momento della nostra visita in cantiere le quattro macchine Doosan avevano già accumulato un consistente numero di ore di lavoro – 1000 per l’escavatore gommato DX170-5W, 3700 per la pala DL250 e circa un migliaio per le due DL300-5 -, più che sufficiente per valutarne il comportamento sul campo lungo un adeguato arco di tempo. Ad affrontare le prove più impegnative sono state naturalmente le due sorelle maggiori, che all’interno della centrale operano quotidianamente su un doppio turno di 16 ore per un utilizzo annuo totale non inferiore alle 4000 ore (più ridotti invece i turni della DL250 e del DX170, che difficilmente superano le otto ore giornaliere) e un volume complessivo di materiale annualmente movimentato di circa 220.000 tonnellate.

Saliti a bordo, a colpire della DL300-5 è la cabina, in linea con gli attuali standard in fatto di comfort, spaziosa e dall’eccellente visibilità (eventualmente supportabile in via opzionale da una telecamera posteriore) e con una disposizione dei comandi ben studiata.

Una volta al lavoro, l’importante massa della macchina sembra quasi non farsi sentire grazie a una reattività ai comandi e una rapidità negli spostamenti simili a quelli di un modello di classe inferiore, e con una manovrabilità che nulla lascia a desiderare anche negli spazi in alcuni casi limitati dell’impianto. Sotto questo aspetto si fanno sentire positivamente l’articolazione centrale, che offre un angolo di articolazione di 40 gradi, e un raggio di sterzata tra i migliori della categoria. Cavalleria e coppia del motore mostrano i muscoli senza esitazione anche con l’importante benna da 8 metri cubi a colmo, consentendo alla pala di sfoderare una apprezzabile forza di penetrazione e sollevamento durante le operazioni di carico del materiale in mucchio. In traslazione a pieno carico, l’assetto della DL300-5 rimane perfettamente stabile anche a buone velocità e senza alcuna perdita di materiale, dimostrando il buon lavoro combinato svolto da cinematismo del braccio e sistema di stabilizzazione.

Ferma restando una necessaria valutazione nel tempo della macchina (che comunque può già contare sull’eccellente precedente della sorella minore DL250 in termini di affidabilità), il giudizio su questi primi mesi di lavoro non può quindi che essere positivo sia sotto il profilo della produttività e della capacità di reggere il passo di un ciclo di lavoro senza dubbio severo, sia, non ultimo, dei consumi, che anche a pieno regime risultano sotto controllo e in linea con la classe di appartenenza.