Pneumatici

Bridgestone riavvia la produzione

Bridgestone EMIA riavvia gradualmente la produzione nella maggioranza dei suoi impianti produttivi, in risposta alla domanda di mercato e alle esigenze dei clienti.
La produzione riparte negli impianti situati in Spagna (Burgos, Bilbao e Puente San Miguel) e Russia (Ulyanovsk).

Lo stabilimento di Bari in Italia e Lanklaar in Belgio riapriranno il 20 aprile e l’impianto di Bethune in Francia il 21 aprile. Gli impianti produttivi in India, Sud Africa rimangono invece chiusi per il momento.
Gli stabilimenti situati in Polonia (Poznan e Stargard) e Ungheria (Tatabanya) sono invece sempre rimasti operativi, seppur ad un regime produttivo ridotto.

Una domanda in crescita

Lo stabilimento Bridgestone di Tatabanya
Lo stabilimento Bridgestone di Tatabanya

La riapertura degli impianti produttivi riflette l’andamento della domanda registrato in molti dei segmenti di mercato in cui opera Bridgestone EMIA, in particolar modo i pneumatici passeggero OEM e i pneumatici per veicoli commerciali, che sono stati colpiti in modo meno marcato dalla recessione economica innescata dalla crisi Covid-19. Bridgestone EMIA continuerà a lavorare a stretto contatto con i propri clienti e partner allo scopo di assicurare una fornitura adeguata, monitorando allo stesso tempo le fluttuazioni della domanda.
La sicurezza e la salute dei dipendenti rimane la priorità numero uno. Per questo motivo, Bridgestone sta prendendo le necessarie misure di precauzione, in linea con i suoi protocolli per la sicurezza sul luogo di lavoro, e applica con rigore le raccomandazioni delle Autorità per assicurare il mantenimento delle distanze interpersonali e l’utilizzo degli adeguati dispositivi di protezione da parte della forza lavoro. In aggiunta, attraverso specifiche procedure e check list, viene garantita la sicurezza del luogo di lavoro prima di riprendere ogni attività.
L’azienda tiene costantemente monitorata la situazione e segue le indicazioni per la salute e la sicurezza fornite dai più importanti istituti internazionali come l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) e il CDC (Center for Disease Control and Prevention), così come le normative specifiche dei Paesi in cui opera.