Strategie infrastrutturali

Anas entra nel gruppo FS Italiane

Il Gruppo FS Italiane – con l’ingresso di Anas a fianco di Rete Ferroviaria Italiana – diventa il primo polo integrato di ferrovie e strade in Europa per abitanti serviti e investimenti, 108 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

Nel Gruppo FS Italiane Anas va ad affiancarsi, oltre che a RFI, anche a Italferr, la controllata operativa in ambito nazionale e internazionale nella progettazione e nell’ingegneria, e alle altre Società, fra cui Trenitalia, Mercitalia e Busitalia, imprese di trasporto (passeggeri e merci) su ferro e gomma.

FS Italiane: ecco la nuova configurazione

L’elettrotreno Minuetto

Nella sua nuova configurazione il Gruppo FS Italiane dispone di una rete infrastrutturale, ferroviaria e stradale, di circa 44mila chilometri. I 2,3 miliardi di veicoli che percorrono annualmente 64,5 miliardi di km sulle strade e autostrade in gestione ad Anas vanno così a sommarsi al traffico gestito dal Gruppo: circa 750 milioni di passeggeri all’anno su ferro (di cui 150 all’estero), 290 milioni su gomma (130 all’estero) e 50 milioni di tonnellate merci.

Un po’ di storia. La mitica Locomotiva 740

Il Gruppo FS Italiane, con il conferimento di Anas e 81mila dipendenti, è in grado di sviluppare nel 2018 un fatturato di 11,2 miliardi di euro e una capacità di investimento di 8 miliardi, con un capitale investito di circa 50 miliardi.

Per Ferrovie dello Stato Italiane è una tappa fondamentale nel percorso di attuazione del proprio Piano industriale 2017-2026. L’integrazione infrastrutturale è – oltre quella fra le diverse modalità di trasporto – uno dei suoi cinque pilastri.

Per Anas, l’ingresso nel Gruppo FS Italiane costituisce un’ulteriore fase del processo di trasformazione già avviato negli ultimi anni. Anas sarà, così, in grado di compiere passi decisivi verso quella dimensione di mercato indispensabile per uscire, progressivamente, dal perimetro della Pubblica Amministrazione.

Il conferimento di Anas a FS Italiane permetterà anche di progettare e realizzare strade e ferrovie in modo integrato, riducendo progressivamente gli extra-costi e generando risparmi grazie allo sviluppo coordinato delle opere. Inoltre, consentirà di condividere know-how e tecnologie, anche per lo sviluppo di progetti innovativi come le smart road, da realizzare in Italia e all’estero.

Manutenzione e sicurezza

SS 683 Libertinia (Caltagirone, CT)

Benefici e miglioramenti, con il nuovo assetto industriale, ci saranno anche per la manutenzione e gli standard di qualità e sicurezza della rete stradale. A partire dalla vigilanza della sede stradale e delle opere d’arte che, specie negli oltre 10mila km dove le infrastrutture stradali e ferroviarie corrono in affiancamento, potrà essere effettuata in modo integrato dagli operatori di Rete Ferroviaria Italiana e di Anas. Questo consentirà un miglioramento significativo dei servizi di gestione, con riduzione dei tempi di primo intervento e di ripristino.

Integrazioni operative saranno possibili anche per la diagnostica predittiva. RFI e Anas condivideranno i sistemi (laser scanner, droni) di controllo della sicurezza strutturale di ponti e gallerie e di monitoraggio dei fenomeni di dissesto idrogeologico. La condivisione di metodologie e procedure operative porterà a un incremento della sicurezza in esercizio.

Ferrovie e strade: un sistema integrato

Svincolo a losanga tra le SS 640 e SS 640 Dir. Caltanissetta

La sinergia fra rete ferroviaria e rete stradale consentirà di rispondere concretamente alle esigenze del Paese di nuove infrastrutture, oltre a garantire una gestione coordinata delle opere e un unico interlocutore per gli Enti locali.

Il coordinamento fra Rete Ferroviaria Italiana e Anas consentirà, tra l’altro, di collegare in maniera più efficace ed efficiente i nodi logistici: porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di interscambio modale. Tutto ciò con un minor consumo di territorio, una riduzione delle emissioni di CO2 e una diversa gestione della logistica delle merci.

L’integrazione, infatti, partirà già dalla pianificazione degli investimenti e delle opere, definendo i fabbisogni di infrastrutture ferroviarie e stradali secondo un disegno unitario.

E’ stato stimato che la sola gestione integrata delle infrastrutture produrrà in dieci anni risparmi operativi non inferiori a 400 milioni di euro. Ciò sarà possibile grazie alla razionalizzazione dei costi diretti (ad esempio il coordinamento degli interventi manutentivi e la gestione dei rischi idrogeologici e sismici) e indiretti, con riduzione dei costi di gestione e sinergie nelle politiche di manutenzione delle infrastrutture.

Le tecnologie più innovative

Il trasferimento di conoscenze e la condivisione delle best practices favoriranno l’innovazione. Sarà possibile installare sulla rete stradale le tecnologie già utilizzate da Rete Ferroviaria Italiana per la gestione della circolazione ferroviaria, sviluppando le cosiddette smart road, sulle quali Anas è già al lavoro. Strade intelligenti che potranno essere percorse da tir elettrici e auto driverless, a beneficio della sicurezza e dell’ambiente.

L’uso delle tecnologie per sviluppare le strade intelligenti del futuro farà dell’Italia uno dei Paesi pionieri in questa innovazione, dando vita a infrastrutture, come le e-Highway svedesi, che grazie a sistemi di segnalamento, comunicazione, sicurezza, possono ospitare mezzi elettrificati. Il dialogo fra strada e autovettura, con la prospettiva a medio termine della guida autonoma, permetterà inoltre il controllo della qualità delle strade e la verifica tecnica di viadotti e ponti.

di Luca Masaracchio