Negli ultimi 18 mesi tanti noleggiatori e utilizzatori italiani hanno scelto di investire sui compattatori Weber allestiti per Industria 4.0, a partire dalla piastra reversibile CR 6 CCD fino alla CR 9 CCD.
Le agevolazioni statali si sommano alle qualità tecniche delle piastre Weber MT, distribuite sul territorio italiano da A.L. Consulting. Le piastre reversibili da 4 a 8 q rappresentano gli strumenti ideali per la preparazione dei sottofondi: versatili (grazie alla marcia avanti-indietro e alla larghezza variabile), robuste, capaci di superare pendenze fino al 35%, sono in grado di compattare il terreno fino a una profondità compresa tra 60 e 100 cm circa, in virtù di una forza centrifuga che va dai 55 kN della CR 6 CCD, fino ai 100 kN della top di gamma CR 9 CCD.
Attrezzature hi-tech
Tutte queste macchine sono equipaggiate con il dispositivo di controllo della compattazione e diagnostica motore Compatrol, che permette di misurare il grado di compattazione del terreno e di monitorare i principali parametri del motore, come la pressione dell’olio e l’intasamento del filtro dell’aria.
Questo dispositivo intelligente è in grado di spegnere precauzionalmente il motore al fine di prevenirne il danneggiamento nel caso sia necessaria la manutenzione. Questa centralina messa a punto da Weber MT ha consentito l’upgrade a Industria 4.0, aggiungendovi il blocco accensione e il dispositivo satellitare.
In questo modo i parametri di compattazione, la posizione e gli accessi del compattatore Weber MT sono monitorabili da remoto, così come accade per qualsiasi macchina e attrezzatura di una flotta Industria 4.0.
Questi sono i benefici
I noleggiatori sono tra coloro che hanno tratto maggior beneficio da queste agevolazioni, che possono essere molto appetibili anche per gli utilizzatori che, verso fine anno, siano alla ricerca di un investimento di sicura utilità e di massimo rendimento.
Per le regioni del Mezzogiorno, inoltre, il credito d’imposta di Industra 4.0 è cumulabile con il Bonus Investimenti Sud, dando la possibilità di ottenere un credito di imposta fino all’85% per acquisti entro il 2022. Ovviamente le macchine vengono fornite da A.L. Consulting allestite e certificate per Industria 4.0 e pronte all’uso.
Sebbene il 2022 sia agli sgoccioli, l’azienda si è organizzata per soddisfare la maggior parte delle richieste che arriveranno nelle ultime settimane, ferma restando la possibilità di prenotare le macchine con un acconto del 20% e spedizione entro i primi mesi del 2023.
JCB lancia il sollevatore telescopico 514-40, ad oggi il modello più piccolo per dimensioni della gamma Loadall, caratterizzato da un’altezza della cabina di soli 1,8 m e una larghezza di 1,56 m.
Malgrado le sue dimensioni compatte. la macchina offre la cabina operatore più grande della sua categoria, mantenendo il DNA della gamma di sollevatori telescopici numero uno al mondo.
Tra le caratteristiche tecniche:
Il motore diesel da 19 kW a bassa manutenzione non necessita di DPF o DEF per ottemperare ai limiti di emissioni Stage V
L’82% dei componenti JCB condivisi garantisce qualità, facilità di manutenzione e massima operatività
L’ampia cabina è fino a 200 mm più larga rispetto alla concorrenza, offrendo più spazio all’operatore
La migliore capacità di sollevamento della categoria a tutta altezza, superiore del 12% rispetto alla concorrenza
Aumento del 17% del rapporto peso/potenza rispetto alla generazione precedente 516-40
Migliore manovrabilità in cantieri con spazi ristretti
Compatto, confortevole, potente
Il nuovo sollevatore telescopico JCB 514-40 è il risultato di oltre 45 anni di sviluppo nel segmento dei sollevatori telescopici e riunisce nelle dimensioni più compatte della categoria il massimo del comfort e della capacità operativa.
Alto solo 1,8 m e con una larghezza di 1,56 m, il 514-40 è stato progettato per accedere anche nei luoghi più angusti. Abbastanza piccola da poter passare attraverso una porta alta 2 m, la macchina offre una manovrabilità senza pari grazie alla sterzata integrale, caratteristiche che la rendono una soluzione ideale per rivendite di materiali, paesaggisti, allestimento di eventi e aziende di noleggio.
Il sollevatore telescopico è alimentato da un motore diesel da 18,4 kW (24,7 CV) a bassa manutenzione che soddisfa lo standard sulle emissioni EU Stage V senza la necessità di un complesso filtro antiparticolato diesel (DPF) o di additivi, riducendo i costi operativi per gli utilizzatori e semplificandone il funzionamento.
Questo motore a tre cilindri da 1,1 litri, che vanta una coppia di 66,9 Nm, aziona attraverso la collaudata trasmissione idrostatica Bosch e un motore Linde a due velocità per una velocità di traslazione massima di 15 km/h. Dotato di trazione integrale permanente e quattro ruote sterzanti, il 514-40 si distingue per le capacità all-terrain che caratterizzano la gamma Loadall.
Una grande versatilità
La portata massima di sollevamento è di 1.400 kg, mentre l’altezza massima di sollevamento è pari a 4,0 m, caratteristiche che lo rendono ideale per l’utilizzo in numerosi settori industriali. La capacità di sollevamento al massimo sbraccio è di 525 kg. Con un peso a vuoto di 2.695 kg, la macchina vanta un rapporto peso/potenza superiore del 17% rispetto al predecessore 516-40 Loadall. Tuttavia, il 514-40 può essere trasportato su un rimorchio leggero da 3,5 tonnellate trainato da un 4×4 o un veicolo commerciale leggero, rendendone più facile, più veloce e meno costosa la consegna per una società di noleggio, un appaltatore o un utilizzo non professionale.
La cabina operatore è più grande del 20% rispetto al precedentemodello (516-40) e più larga di 200 mm rispetto ai modelli della concorrenza. Ciò garantisce all’operatore un ambiente di lavoro confortevole, mentre l’ampia vetratura offre un’eccellente visibilità su tutti e quattro gli angoli. La cabina risulta immediatamente familiare agli utilizzatori di altri modelli Loadall grazie ai comandi ergonomici intuitivi JCB, che rendono la 514-40 una delle macchine più facili da usare sul mercato.
Le caratteristiche standard della macchina comprendono una sfera di traino da 50 mm con impianto elettrico a 7 pin, allarme di retromarcia, luci stradali, il sistema di controllo del carico brevettato JCB e il sistema telematico LiveLink Lite di JCB. Gli optional includono un pacchetto di luci da lavoro a LED, fari ambra e verde con cintura di sicurezza arancione, che possono essere protetti dall’Immobilizer Key Pad JCB.
Il 514-40 implementa anche un nuovo portaattrezzi leggero ed è in grado di lavorare con forche flottanti o una benna da 0,41 m3. L’idraulica ausiliaria a doppio effetto consente di operare con un’ampia gamma di accessori JCB in modo da aumentare la versatilità di questa macchina compatta. Gli utilizzatori possono inoltre scegliere una vasta serie di pneumatici industriali e compatibili con manti erbosi.
Faresin Industries si è presentata allo scorso Bauma con una completa gamma di sollevatori telescopici che rappresenta lo stato dell’arte del settore. Macchine nate per il cantiere che incorporano tutta l’innovazione e le soluzioni smart che l’azienda via via introduce nel mercato.
Tecnologie pensate per rendere più smart ed efficiente il lavoro degli operatori che vengono progettate e realizzate nello stabilimento di Breganze con l’obiettivo di alzare costantemente l’asticella delle prestazioni e di offrire soluzioni costruttive all’avanguardia.
Bauma 2022 è anche stata l’occasione per l’anteprima mondiale di un nuovo sollevatore Full Electric che va a posizionarsi nel segmento forse più importante per le attività di sollevamento per l’edilizia e l’industria. Si tratta del 17.45 Full Electric della nuova gamma Big Range Full Electric, una macchina con il cantiere nel DNA.
Il Full Electric che non ti aspettavi
Il nuovo 17.45 Full Electric è il primo sollevatore telescopico elettrico al mondo con altezza massima di sollevamento 17m ed una capacità massima di sollevamento di 4,5 ton.
I suoi stabilizzatori frontali garantiscono alte prestazioni e grande stabilità, su qualsiasi tipologia di terreno, in fase di sollevamento e movimentazione in alta quota.
Il cuore del nuovo sollevatore è un pack di batterie agli ioni di litio ad altro voltaggio da 45,36 kWh a 435 V che alimenta due motori elettrici: uno, da 51 kW, per la trasmissione; l’altro, da 23 kW, dedicato ai servizi. La potenza viene erogata secondo necessità grazie ad un processo made-in-Faresin che evita sprechi di energia a favore della durata della carica.
Grazie a questa potenza “intelligente”, le prestazioni della Big Range Full Electric sono assolutamente comparabile a quelle ottenute con motori termici. Parlano i numeri: forza di trazione di picco 44.3 kN; velocità massima 25 km/h.
Il sistema on board permette di ricaricare le batterie con assoluta flessibilità, grazie ad un’unica interfaccia plug per le alimentazioni 220V monofase e 400V trifase come per la colonnina di ricarica rapida.
La gamma completa
La nuova serie Big Range Full Electric, come l’omologa a motore endotermico, comprende ben 3 modelli:
42 Full Electric, con capacità di 4,2 ton e un’altezza massima di sollevamento di 14 metri;
40 Full Electric, con capacità di 4 ton e un’altezza massima di sollevamento di 17 metri;
45 Full Electric, con capacità di 4,5 ton e un’altezza massima di sollevamento di 17 metri.
La serie Big Range dà il via al completamento del line-up Faresin Full Electric, iniziato nel 2018 con il sollevatore 6.26, anche questo primo nel mondo (nella foto qui sopra). Un nuovo ed importante passo lungo l’asse strategico della innovazione sostenibile, che guida il percorso di crescita e miglioramento costante del brand Faresin Industries.
“Il nostro portafoglio a emissioni zero consente già ora la gestione di un intero cantiere nel centro cittadino senza emissioni locali“, ha affermato Alexander Greschner, direttore vendite del gruppoWacker Neuson. “Il nostro prossimo passo è avvalersi dell’intero ecosistema per i nostri clienti: dall’infrastruttura di ricarica ai servizi, alle offerte di finanziamento e ai diversi modelli di utilizzo fino all’analisi del ciclo di vita della batteria“.
Compattazione: le novità
Nel campo delle attrezzature edili, Wacker Neuson ha presentato al recente Bauma un’innovazione assoluta: la prima piastra vibrante reversibile alimentata a batteria con trazione diretta, APU3050e. La piastra vibrante con una larghezza di lavoro di 50 centimetri e una forza centrifuga di 30 kilonewton si caratterizza per la sua facile manovrabilità ed è adatta anche per l’uso in scavi stretti grazie alla sua altezza complessiva ridotta. Una sua particolarità è la trazione diretta DireX sviluppata da Wacker Neuson, che garantisce un aumento dell’efficienza: la piastra vibrante è priva di cinghia trapezoidale. Di conseguenza, non ci sono perdite da trazione e attrito, la piastra richiede una manutenzione estremamente ridotta e offre una maggiore durata di vita. Una vera novità in fiera è il rullo completamente elettrico RD28e con un peso operativo di quasi 2,8 tonnellate e una larghezza del tamburo di 120 centimetri. Il rullo è azionato da una potente e collaudata batteria agli ioni di litio, che garantisce un’autonomia fino a 3,5 ore. Si ricarica facilmente e rapidamente a qualsiasi presa da 230 V o 400 V.
Al Bauma ha debuttato anche Battery One, un sistema di batterie standardizzato e di facile utilizzo che si concentra sull’uso sostenibile e privo di CO2 delle attrezzature edili È possibile utilizzare la batteria in tutte le attrezzature a batteria di Wacker Neuson, ad es. costipatori a batteria e piastre a batteria, nonché nel sistema di vibratore interno ACBe, ma anche in attrezzature di altri produttori.
Il trasporto? E’ elettrificato
Il primo sollevatore telescopico elettrico di Wacker Neuson TH412e rappresenta un arricchimento della gamma a zero emissioni e, grazie al suo design compatto, consente, ad esempio, di lavorare in garage interrati in assenza di emissioni. Il sollevatore telescopico è dotato di un Battery Management System (BMS), che monitora la batteria agli ioni di litio, ne aumenta l’efficienza e la sicurezza e previene inoltre la scarica completa. Lo sportello di ricarica posteriore della macchina è facilmente accessibile e consente una ricarica rapida e senza problemi.
La nota pala gommata elettrica WL20e è in produzione di serie dal 2015 e al Bauma è stata presentata la terza generazione con una potente batteria agli ioni di litio. In futuro, i clienti potranno scegliere tra tre varianti di batteria. Un’ulteriore novità: l’opzione per la scelta della cabina. Ciò significa che la macchina può essere utilizzata tutto l’anno, un vantaggio in termini di efficienza e comfort.
Un’altra novità nel portafoglio a zero emissioni è il dumper cingolato DT05e. Le sue dimensioni compatte lo rendono ideale per manovrare e lavorare in spazi ristretti. I clienti possono scegliere tra un cassone a scarico frontale o un cassone a scarico alto.
E per la catena di rifornimento….
Per Wacker Neuson, l’attenzione è rivolta all’intero cantiere ad emissioni zero, che comprende non solo le macchine e le attrezzature, ma anche ad esempio il sistema di ricarica. Wacker Neuson presenta la Charging Box, un Powerbank per il cantiere. Questo accumulatore mobile di energia basato su batterie agli ioni di litio consente un’alimentazione elettrica continua. La Charging Box ha un accumulo energetico di 25 kWh e una potenza di uscita di 45 kVA. Ciò significa che è possibile azionare senza problemi anche le attrezzature cablate con un’elevata corrente di avviamento. È già stata testata sul campo e sarà disponibile in primavera del 2023.
Due gru a braccio variabile Potain MCR 295 selezionate per il progetto One Central Saigon, in Vietnam.
Uno dei futuri punti salienti architettonici del Distretto 1 di Ho Chi Minh City sta prendendo forma grazie alle dimensioni compatte e alle capacità di arrampicata interna di una coppia di gru a torre a braccio variabile Potain MCR 295. Vendute dal distributore Potain Minh Chi a Newtecons, uno dei maggiori appaltatori del Vietnam, le gru, consegnate in cantiere nel marzo 2021 sono a metà della costruzione del prestigioso progetto One Central Saigon.
Composto da due torri alte 240 m collegate da un podio, il progetto da 500 milioni di dollari fornirà un’estetica moderna mentre rappresenta i mitici draghi del Vietnam, ognuno dei quali si libra in alto nel cielo per una vista superiore della città e tiene una “perla” in bocca per simboleggiare la vitalità di questa economia in crescita.
La coppia di gru MCR 295 da 25 t di portata (una per torre) ha completato la costruzione del podio e sta ora rapidamente riprendendo la struttura. Configurate con il sistema di montante BC60R, le gru hanno raggiunto un’impressionante altezza di lavoro iniziale di 52,2 m, una configurazione che poche gru concorrenti potrebbero eguagliare. Le gru raggiungeranno infine un’altezza di lavoro di 260 m su sezioni di montanti di 2 x 2 m.
Un design intelligente
Nel progetto One Central Saigon, le gru Potain stanno sfruttando il loro design intelligente e compatto. Dotate di un controbraccio ottimizzato di soli 8,3 m, le gru supportano configurazioni di braccio da 50 m, a cui possono sollevare ben 4 m. 5 t.
Il sistema di impennata VVF fornisce movimenti estremamente precisi e consente un rapido sollevamento del jib, richiedendo meno di due minuti per spaziare da 15° a 86°. Al suo angolo massimo, il design della gru consente di ottenere un raggio di lavoro minimo di 5 m nei casi in cui la gru è configurata con il braccio completo da 60 m.
L’MCR 295 presenta curve di carico ottimizzate con l’esclusivo avvolgimento del blocco di carico a 3 cadute, che completa la consueta disposizione a 2 o 4 cadute. La sua compattezza paga anche in termini di trasporto e montaggio. I costi di spedizione sono ridotti grazie all’imballaggio ottimale, con dimensioni dei componenti ridotte.
“Negli ultimi anni abbiamo riscosso un grande successo con questo tipo di gru e la riduzione dei costi di trasporto è solo uno dei principali vantaggi delle Potain MCR 295”, ha dichiarato Nguyen Nam Duong, responsabile delle attrezzature, Newtecons. “Le gru non solo consentono di risparmiare denaro, ma diversificano le opzioni di costruzione, offrono una migliore capacità di carico rispetto ai modelli esterni e migliorano la sicurezza dell’operatore, soprattutto durante la stagione delle piogge”.
Coprendo un’area di 8.600 m 2, One Central Saigon è costituito da una West Tower di 55 piani e una East Tower di 48 piani, oltre a un podio di sette piani (inclusi tre piani per il parcheggio), creando una superficie totale di 195.000 m2. Gestito dal Ritz-Carlton Saigon, incorporerà spazi per uffici, appartamenti, un hotel a 6 stelle e un centro commerciale. Il completamento è previsto entro la fine del 2023.
Allison Transmission, Tatra e la concessionaria Zarpellon Veicoli Industriali hanno organizzato un test drive in cava per dimostrare le prestazioni eccezionali del Tatra Phoenix in abbinamento alla trasmissione automatica Allison.
Allison Transmission, tra i principali produttori al mondo di soluzioni di propulsione convenzionali ed elettrificate per veicoli commerciali medi e pesanti, ha organizzato assieme alla concessionaria Zarpellon Veicoli Industrialie al costruttore Tatra una giornata in cava per far provare il Tatra Phoenix R46 a clienti attuali e potenziali.
La cava a sviluppo verticale di Aldino (Bolzano) è stata lo scenario ideale per un veicolo che nasce proprio per le applicazioni più estreme e i terreni scoscesi. Il Tatra Phoenix R46, con una portata utile pari a 52 tonnellate, cabina DAF e motore da 530 CV, montava per l’occasione un cassone ribaltabile e una trasmissione completamente automatica Allison con convertitore di coppia e retarder idraulico.
Tatra ha scelto le trasmissioni completamente automatiche Allison per le loro performances nelle condizioni più estreme. Grazie alla Continuous Power Technology™, un Automatico Allison trasmette più potenza alle ruote rispetto a trasmissioni di altro tipo. Inoltre, non c’è mai interruzione di potenza durante il cambio marcia e la trazione è sempre ottimale, cosa fondamentale nei terreni scoscesi come quelli delle cave.
Per portare le 52 tonnellate del Tatra Phoenix R46, l’Allison si affida al suo convertitore coppia brevettato che offre un grande spunto in partenza senza slittamenti né arretramenti. Il rallentatore idraulico, inoltre, agisce anche per rallentare il mezzo, proteggendo i freni e la catena cinematica. Altro vantaggio evidente è la possibilità per l’autista di concentrarsi sulla guida e sulla stabilità del mezzo grazie ai cambi marcia automatici. Quest’attenzione al terreno è fondamentale soprattutto in cava, dove il cassone è spesso pieno e bisogna salire pendii estremamente ripidi.
Tatra: un concetto unico di telaio
“Tatra è la terza fabbrica di automobili e veicoli commerciali più antica al mondo” ha spiegato Veronika Michelovà, Director of Business Development del costruttore ceco. “Abbiamo iniziato la produzione di vetture nel 1850. Oggi siamo famosi per il nostro concetto unico di telaio che è composto da un tubo centrale e semiassi oscillanti che mimano la forma del terreno. Per questo i nostri mezzi sono adatti al terreno più estremo e l’abbinamento con l’Allison esalta queste caratteristiche”.
Intervenute all’evento diverse imprese della zona. Il connubio tra il telaio TATRA a semiassi indipendenti, motori DAF e trasmissione automatica Allison, rende infatti il veicolo un’ottima ed efficiente alternativa ai comuni dumper. “Le aspettative dei clienti per questa giornata e per questo veicolo erano molte alte, ma il mezzo si è dimostrato all’altezza” ha spiegato Dario Zarpellon, presidente di Zarpellon Veicoli Industriali. “Le caratteristiche del Tatra unite alle grandi capacità dell’Allison fanno sì che il veicolo non abbia pari nel settore.”
Nell’arco della giornata, in diversi si sono alternati alla guida del Tatra Phoenix tra le ripide salite e le curve della cava. Rientrati alla base, i clienti hanno voluto condividere la loro opinione riguardo al veicolo con la concessionaria, i rappresentanti di Allison e quelli del costruttore ceco.
Davide Zamberlan, della ditta Sipeg srl, leader nel Veneto per la coltivazione di cave, escavazione e lavorazione inerti, ha apprezzato particolarmente la trasmissione Allison: “È una buona trasmissione. Tanti cambi danno strattoni nei cambi marcia, qui il passaggio è dolce, non si sente affaticamento.”
Anche Luca Michelotti, autista di dumper presso la storica ditta di movimento terra e recupero materiali da scavi Mazzarol Sebastian, di Laives (BZ), è rimasto soddisfatto: “Tatra lo conosco di fama ma è la prima volta che lo vedo dal vivo e che lo posso provare. È un bel camion, con un sistema di sospensioni molto particolare che si comporta bene sui terreni scoscesi.”
Parole di apprezzamento per l’automatico e per il Tatra anche da parte di Ilario Mazzarol, fratello di Sebastian e anche lui attivo presso la ditta di famiglia: “Soprattutto nelle salite estreme, l’Allison cambia che è un piacere, e il veicolo è pazzesco: entri nelle buche e le ruote seguono il terreno perfettamente grazie agli assali singoli.”
Il Tatra Phoenix nel dettaglio
Costruito sul collaudato telaio Tatra, il Tatra Phoenix Euro 6 è spinto sui terreni più difficili da motori potenti ed efficienti, ma rispettosi dell’ambiente, che soddisfano i rigorosi limiti di emissione Euro 6.
L’esclusivo design del telaio non richiede un sottotelaio aggiuntivo per il montaggio dei cassoni ribaltabili, mentre l’installazione di altre sovrastrutture è semplice senza l’uso di parti di montaggio di compensazione. I semiassi sospesi indipendentemente con ammortizzazione ad aria consentono di aumentare la velocità di trasporto e quindi la capacità di trasporto totale. Gli assi sterzanti (anteriori e posteriori) possono essere caricati fino a 10 tonnellate, mentre gli assi non sterzanti hanno un carico massimo di 16 tonnellate.
La trasmissione Allison 4800 a 6 e 7 rapporti è disponibile su richiesta. La frizione classica è sostituita dal convertitore di coppia che moltiplica la coppia allo spunto. L’Allison garantisce quindi una trasmissione ininterrotta della coppia all’intera catena cinematica per spostamenti dolci e cambi marcia senza strattoni, oltre a una guida più rilassata.
La nuova cabina del modello Tatra Phoenix Euro 6, fornita da DAF Trucks, offre più spazio, comfort e sicurezza.
Gli autocarri pesanti di Koprivnice sono famosi per la loro capacità di andare ovunque nei terreni più difficili in condizioni climatiche estreme, per l’elevata affidabilità e per le eccellenti proprietà di utilità. Il Tatra resiste sia al gelo che alle temperature elevate del deserto.
Le eccellenti caratteristiche di guida e le numerose innovazioni tecniche e di design dei veicoli Tatra sono state verificate in gare di lunga durata per molti anni. Gli equipaggi Tatra hanno ottenuto i maggiori successi nel famoso Rally Dakar, una competizione dove quest’anno gli Allison si sono piazzati nei primi 10 posti.
Presenti al ‘ground breaking’: da destra Fabio Marasi – Presidente e Amministratore Delegato di Walvoil, Davide Mesturini – Direttore Ricerca & Sviluppo, Andrea Ferrari – Direttore Commerciale & Marketing e Antonio Catellani – Direttore Operations Italia.
Facendo seguito all’approvazione unanime del Comune di Cavriago (Reggio Emilia) dell’ottobre scorso,Walvoil, dal 2015 parte del Gruppo Interpump, ha annunciato che in via Portella della Ginestra 10, sono ufficialmente iniziati i lavori di ampliamento della sede produttiva già presente in loco e di costruzione del nuovo Innovation Center.
I lavori, che insistono su una superficie di 3 ettari, rappresentano un ennesimo segno del profondo radicamento dell’azienda nel territorio reggiano ed emiliano. Già presente, infatti, in Italia su otto sedi, sei delle quali a Reggio Emilia e provincia, e due nella provincia bolognese, Walvoil, che il prossimo anno compirà i suoi primi 50 anni, continua ad essere un volano di sviluppo e di innovazione in una relazione di reciprocità con le comunità nelle quali è insediata. Comunità e territori, che rappresentano anche comprensori di eccellenza dei settori meccanico, meccatronico ed oleodinamico del nostro Paese.
Un importante investimento
I nuovi edifici, che avranno le dimensioni rispettivamente di 9.000 e di 3000 mq, significano un investimento totale di circa 31 milioni di euro, comprensivi degli allestimenti interni in tecnologie e macchinari, e saranno costruiti secondo le più moderne metodologie per garantirne la massima efficienza e sostenibilità sia ambientale che sociale.
L’ampliamento dello stabilimento produttivo sarà realizzato secondo forme e proporzioni analoghe a quelle dell’edificio esistente, richiamandone per quanto possibile i caratteri morfologici e il linguaggio architettonico, in ottica di continuità tipologica e funzionale, oltre che di unitarietà di lettura nella visione di insieme dell’intervento.
Così si presenterà il nuovo Innovation Center di Walvoil
A sud degli edifici destinati alla produzione troverà sede una costruzione leggermente più piccola, quanto a dimensioni, ma dalle caratteristiche estetiche e formali di maggiore impatto. L’edificio ospiterà, infatti, il nuovo Innovation Center, i laboratori di ricerca e sviluppo dell’azienda, attualmente siti a Reggio Emilia in via Norvegia, 10. Questi laboratori, già fiore all’occhiello dell’azienda e cuore operativo di tutte le attività di ricerca, saranno ulteriormente di servizio anche alle filiali estere presenti in Australasia, Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, India e Stati Uniti.
Estremamente curato e ricco il progetto legato al verde, che è stato infatti studiato con l’intento di ridurre l’impatto paesaggistico dell’intervento, e, allo stesso tempo, di svolgere un’importante azione di ristoro per le persone e gli operatori coinvolti, e di compensazione delle emissioni dell’insediamento industriale.
Un’azienda in crescita
Il motivo di questo investimento lo spiega Fabio Marasi, Presidente e AD di Walvoil, che lo commenta come: “un grande passo in avanti per noi come azienda. Una conseguenza naturale della nostra crescita, che si concretizzerà, oltretutto, nell’anno di ricorrenza del nostro Cinquantesimo Anniversario, che festeggeremo prima della fine dei lavori a giugno 2023. Abbiamo voluto dare ulteriori gambe alle potenzialità dell’azienda. Per farlo abbiamo scelto ancora una volta il nostro territorio: è qui che ci sono le nostre radici, e da qui tutto è cominciato. È nostra volontà e responsabilità come impresa investire ancora una volta nello sviluppo delle nostre attività nel territorio reggiano e nella valorizzazione delle competenze e del know-how dei nostri collaboratori, essenziale e distintivo punto di forza del nostro Gruppo”.
Il render dell’Innovation Center
Il progetto prevede un iter di soli 14 mesi per l’edificazione di un nuovo polo comprendente l’ampliamento e conseguente raddoppiamento della capacità produttiva dell’attuale stabilimento e la realizzazione del nuovo Innovation Center di Walvoil. A tal proposito Davide Mesturini, Direttore R&D, ha voluto commentare dicendo che: “il progetto è un vero e proprio upgrade per la nostra area, un riconoscimento della sua importanza strategica. Rappresentiamo il cuore propulsivo dell’innovazione e dell’ideazione di nuovi prodotti. Il passaggio dalla sede attuale ad un nuovo polo all’avanguardia, con un’area dedicata alle nostre attività di 3000 metri quadri, è uno step ulteriore per l’elevazione degli standard di Walvoil per qualità e progettazione. Ci offre ulteriori possibilità per spaziare nell’ideazione di soluzioni migliori dal punto di vista di produzione e di efficienza, e per accompagnare ancora meglio i nostri clienti nelle loro realizzazioni in Italia e nel mondo’’.
Il budget per l’investimento in questo progetto ammonta a 31,5 milioni di euro di cui 16,5 impiegati inizialmente, mentre i restanti 15 saranno investiti nel periodo 2023-27. Si prevede, inoltre, un aumento del personale impiegato nel sito di Corte Tegge a diversi livelli, da 174 posti di lavoro attuali a 400 a pieno regime. Ad un numero considerevole di nuove assunzioni, si affiancheranno trasferimenti da altre sedi, che saranno riconfigurate alla luce del nuovo intervento. Oltre al Servizio Ricerca e Sviluppo, è il caso del Reparto e della Progettazione Elettronica, ora in una delle sedi di via Norvegia, che troveranno nuova ospitalità nell’ampliamento in corso.
Antonio Catellani, Direttore Operations Italia, inoltre, ha sottolineato l’importanza di questa operazione definendola come: “il corollario di una sempre più crescente e continua domanda da parte del mercato dei prodotti Walvoil. Il livello di produzione del sito attuale raddoppierà con questo ampliamento anche grazie alle tecnologie senza appesantire l’impatto energetico. Le installazioni di pannelli fotovoltaici a copertura di entrambi i nuovi edifici, le tecnologie previste all’interno ci consentiranno di dar vita ad edifici moderni e sostenibili, realizzati per ospitare sì tecnologie, ma soprattutto persone. Con questo progetto verranno creati nuovi posti di lavoro e questo aumenterà ancora di più l’attrazione esercitata da Walvoil per personale specializzato e talentuoso, che arricchirà, inoltre, il tessuto industriale locale”.
È stato preventivato un aumento di fatturato pari a 30 milioni di euro grazie a questo investimento, una proiezione che giustifica questo grande sforzo economico di Walvoil. Proprio a questo riguardo, Andrea Ferrari, Direttore Commerciale & Marketing, ha aggiunto: “siamo in costante crescita, e di continuo si prospettano nuove sfide davanti a noi. A ciò Walvoil ha risposto investendo sulla ricerca e aumentando la nostra capacità produttiva. La nostra area ha riscontrato un aumento strutturale della domanda di mercato con conseguente adeguamento delle esigenze produttive e strategiche. Questo investimento a monte nella progettazione e a valle nella produzione ci permette di aumentare la nostra competitività a livello internazionale e, in particolare, di avvicinare il prodotto all’applicazione delle macchine dei nostri clienti. In questi anni abbiamo riscontrato un forte interesse nei nostri prodotti elettronici, nelle pompe e motori e nell’idraulica compatta a completamento del prodotto storico delle valvole direzionali. L’ampiamento produttivo va nella direzione di soddisfare questa importante crescita’’.
20.000 m di barre autoperforanti per la circonvallazione di Varna. Sono questi i numeri messi a segno da una Klemm KR801-3GK noleggiata da Bauer Macchine Italia all’ATI attualmente impegnata nella realizzazione di un tratto stradale di circa 1,5 km volto ad alleggerire il traffico nei comuni di Varna e Bressanone.
La circonvallazione di Varna, che rappresenta il completamento della circonvallazione di Bressanone verso nord e rientra nel piano generale del traffico dei due comuni (Varna e Bressanone), ha il preciso scopo di alleggerire il traffico lungo la strada statale SS12 del Brennero. Il tratto interessato dai lavori è di circa 1,5 km e inizia in corrispondenza dello svincolo di Bressanone nord. Si sviluppa attraverso due gallerie (galleria Autogrill e galleria Varna) e all’aperto, parallelamente all’Autostrada del Brennero A22, per poi ricongiungersi alla viabilità esistente a nord del comune di Varna. In questo contesto la gran parte delle opere di consolidamento per lo scavo del tracciato sono affidate a una Klemm KR801-3GK noleggiata da Bauer Macchine Italia.
Un cinematismo a doppio snodo
Macchina altamente flessibile e di totale stabilità operativa, la Klemm KR801-3GK si caratterizza per l’adozione del cinematismo K, il doppio snodo che permette i posizionamenti più particolari, consentendo perforazioni sotto cingolo, o laterali a oltre 3 m fuori cingolo. Questa peculiarità si unisce alle tipiche caratteristiche delle macchine Klemm, marchio noto per la robustezza dei suoi prodotti. La KR801-3GK è infatti una perforatrice leggera e compatta, perfetta per l’utilizzo in molteplici cantieri, anche i più complessi.
La Klemm è pensata anche per le lavorazioni meno usuali, quali le operazioni sotto-macchina, sotto il livello dei cingoli frontalmente e lateralmente con il mast orizzontale. Inoltre è in grado di garantire un’elevazione molto estesa, consentendo di lavorare in orizzontale a una quota di quasi 5 m di altezza. La possibilità di eseguire barre in ogni posizione assicura una grande versatilità operativa, il tutto agevolato da un’antenna alleggerita che permette un notevole sbraccio pur mantenendo una delle caratteristiche peculiari tipiche delle macchine Klemm: l’assenza di stabilizzatori in quanto in perfetto bilanciamento. Venendo alle prestazioni la Klemm KR801-3GK può utilizzare barre autoperforanti fino a 2,5 m di lunghezza, con diametri, in relazione alla tipologia di terreno, fino a 114 mm, pur dando il meglio di sé con la barre medio-piccole, cioè dai 70 mm in giù. Le performance sono inoltre assicurate dal martello KD1011, che vanta una coppia di 1.000 kNm e una massa battente di 11 kg per la rotopercussione.
La macchina è completamente radiocomandata il che permette di lavorare nella massima sicurezza e di vedere sempre perfettamente il foro. Il radiocomando multifunzione è decisamente intuitivo: la prima funzione sovrintende i cingoli e il basculante; la seconda tutti i movimenti del braccio; mentre la terza funzione riguarda tutti i movimenti di perforazione quali altezza, avanzamento, battuta del martello e velocità di rotazione.
Oltre al martello, la macchina può montare una testa di rotazione per la realizzazione di micropali.
Focus sul cantiere
Come accennato, la Klemm di Bauer Macchine Italia in Alto Adige è impegnata nelle opere di consolidamento. “Man mano che avanziamo con i volumi di scavo”, ci spiega l’operatore della perforatrice, “procediamo ai consolidamenti mediante una parete chiodata e uno spritz beton a doppia rete con spessore di circa 18 cm. Il calcestruzzo proiettato viene ancorato con chiodature autoperforanti con varie lunghezze da 6 a 9 m a seconda del terreno. Quest’ultimo determina anche i diametri: procediamo con punte da 52 mm in presenza di rocce, in questa zona troviamo blocchi di granito anche di 2 m, o con punte da 76 mm nelle aree sabbiose. Mentre il diametro delle barre è di 32 mm con snervamento pari a 280 kN sia con le punte da 52 sia con quelle da 76 mm”.
Le opere di consolidamento sono iniziate a luglio e a fine settembre la produzione era già oltre i 10.000 m di barre autoperforanti. La direzione dei lavori prevede che al termine dell’opera si oltrepasseranno facilmente i 20.000 m di perforazione.
“Il cantiere”, ci spiega l’ing. Simone Prisco, Key Account Manager per Bauer Macchine Italia, “è costituito dall’operatore che aziona la macchina, cui si aggiunge l’assistente che carica le barre sotto il martello e, a distanza, lavora l’impiantista che sovrintende all’invio della boiacca alla testina d’adduzione del martello dall’impianto di miscelazione”.
Una macchina ideale
La scelta di questa tipologia di macchina per il cantiere altoatesino è dipesa essenzialmente da due fattori. Prima di tutto la perfetta conoscenza della Klemm da parte dell’operatore, seguita dalle intrinseche qualità della perforatrice che risulta perfetta per questa tipologia di intervento.
“Il cinematismo della KR801-3GK”, continua l’ing. Prisco, “è ideale per questo tipo di scavo di pareti chiodate su più livelli e permette di forare su diversi piani velocizzando le operazioni. La coppia a disposizione permette di fare perforazioni medio-lunghe e la potenza del martello consente di oltrepassare anche i blocchi di granito più consistenti. Inoltre in questo caso siamo in presenza di pareti lunghe e su più livelli che sono affrontabili solo grazie al cinematismo della KR801-3GK. Veloce sui cingoli, beneficia anche dell’autolivellamento che risulta perfetto in casi come il cantiere di Varna che ha terreni particolarmente sconnessi. In questo modo la macchina è sempre perfettamente stabilizzata e quindi risulta più facile, e sicuro, lavorare”.
Da segnalare come la Klemm benefici del pacchetto di efficienza energetica EEP (Energy Efficient Power), che regola i giri del motore a seconda dell’effettivo bisogno in fase operativa, una soluzione che permette di abbattere i consumi. “Con un pieno di gasolio, che è di 330 l”, conclude l’operatore che sta utilizzando la Klemm KR801-3GK, “copriamo un’intera settimana di lavoro”.
Il suo stand esterno alla fiera Bauma ha visto transitare fiumane di visitatori attirati dall’azzurro Messersì e dalla scritta imponente “Zero Emission” per presentare la nuova generazione di macchine da cantiere completamente elettriche. Oltre alle novità di prodotto, l’azienda marchigiana si presenta con un nuovo logo e un look rinnovato per sottolineare il “nuovo inizio”.
La storia di Messersì è notevole: grazie ai 60 anni di attività, l’azienda si distingue oggi in cima alle aziende mondiali di produzione macchine da cantiere con le sue linee “compatte”, attrezzature e ponteggi. Top player mondiale nella produzione di motocarriole e dumper cingolati, Messersì esporta oltre il 90% della sua produzione di macchine, principalmente in Europa, Nord America e Australia.
Abbiamo intervistato il CEO di Messersì, Marco Vignaroli. Ecco cosa ci ha detto.
La strategia per l’Italia
Il vostro sguardo è sempre stato rivolto principalmente oltre i confini. Qual è oggi la vostra strategia in Italia?
È stato per noi un mercato molto importante specie per i ponteggi, ma lo sarà sempre di più in futuro, grazie allo sviluppo che stiamo dando alle vendite nel mercato interno. Noi siamo nati negli anni ’60 proprio in Italia e qui ci siamo sviluppati in varie direttrici. Per vincere bisogna saper giocare anche e soprattutto in casa, non solo in trasferta.
Punterete anche su altri prodotti oltre ai ponteggi?
Per molti anni i ponteggi sono stati il prodotto di punta, la nostra maggiore fonte di fatturato In Italia. Attualmente stiamo rafforzando molto la nostra presenza anche con le macchine, visto il successo che stiamo avendo all’estero con questi pro- dotti. Se a livello internazionale sono infatti ben conosciute, nel nostro Paese è mancata fino ad ora una adeguata promozione di dumper ed escavatori, lasciando spazi ai competitor esteri. Ora è arrivato il momento di invertire questo trend.
Come raggiungerete l’obiettivo?
Lavorando in sinergia e proficuamente con agenti e distributori, magari già nostri partner per l’area ponteggi. I moltissimi anni di collaborazione giocano a nostro favore, si tratta solo di aggiungere alla loro proposta macchine affidabili di qualità italiana, già abbondantemente apprezzati in tutto il mondo.
Belle, piccole, connesse
Quale argomento oggi fa leva maggiormente?
Abbiamo già disponibili diversi modelli idonei all’Industria 4.0, quindi macchine dotate di connettività, controllabili e gestibili da remoto da pc o dispositivi mobili tramite app e software de- dicati. Sono macchine in linea con i requisiti della normativa per gli sgravi fiscali e che apportano grandi migliorie nella gestione del mezzo, della flotta e delle relative applicazioni.
Parliamo quindi di digitalizzazione. Irrinunciabile oggi?
È proprio la nostra ottica, il focus che ci contraddistinguerà sempre più nel futuro e non solo per i macchinari più grandi. La digitalizzazione è infatti già presente sulle macchine di medie-grandi dimensioni, ma oggi è ancora più utile e strategico soprattutto per i prodotti più compatti che rispondono alle specifiche esigenze del mercato italiano. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto il business tricolore degli skid loader e dei cingolati di taglia media, tutti con motore STAGE V. Si tratta di un’offerta che ci permette di trovare spazio con una proposta che, in effetti, scarseggiava.
Il mercato dei dumper
Parlando invece del mercato dei dumper?
È molto fiorente all’estero, ma pian piano si sta espandendo anche in Italia l’utilizzo della motocarriola e del dumper cin-golato. Si tratta di macchine molto versatili, operativamente fantastiche. Del resto, una parte rilevante della produzione mondiale di track dumper viene prodotto nei nostri stabilimenti marchigiani. È un know-how che parla da solo.
Per il suo stand al Bauma, Messersì ha scelto come richiamo l’imponente scritta “Zero Emission” per presentare la nuova generazione di macchine da cantiere completamente elettriche
Diciamo quindi che ne sapete qualcosa di macchine cingolate…
È molto importante promuovere questa nostra immensa esperienza anche nel mercato italiano. È un prodotto di eccellenza mondiale e la linea è davvero molto estesa. I modelli a gestione e guida remota costituiscono un’interessante opportunità per quelle applicazioni più critiche per la sicurezza.
Il volano del noleggio
Per Messersì è da sempre molto importante il noleggio. È ancora così?
Si tratta ancora della principale modalità di fruizione delle nostre macchine. Quello del noleggio è per noi un mercato molto importante e per questo siamo a disposizione degli utilizzatori per fornire, previa consulenza, la soluzione migliore o la com- binazione di soluzioni migliori per le diverse esigenze.
Immaginiamo sia fondamentale quindi l’elemento servizio.
Esatto. In tal senso riusciamo a dare assistenza anche per prodotti storici dell’azienda. La nostra politica tende a valorizzare e “salvare” l’investimento nel tempo sia per il noleggiatore che per l’utilizzatore finale. Se c’è un problema su una macchina che ha molti anni siamo pronti a risolverlo, senza esitazione, anche grazie ai pezzi di ricambio. In magazzino abbiamo an- cora componentistica di macchine degli anni ’70 e questo è un valore importante per chi noleggia. Inoltre, avere come partner un’azienda italiana che risponde immediatamente ad ogni eventuale esigenza è un altro grande plus di cui può godere chi utilizza le nostre soluzioni.
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La Lean & Green Star certifica i risultati ottenuti dai due stabilimenti di Madrid e Valladolid di IVECO nella riduzione dell’impronta di carbonio del 20% in cinque anni, a seguito dell’adesione al programma Lean and Green nel 2016. Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore passo verso l’obiettivo di IVECO di decarbonizzare il settore del trasporto commerciale applicando la sua strategia di sostenibilità.
Gli stabilimenti IVECOdi Madrid e Valladolid sono stati premiati con la Lean & Green Star dall’Associazione dei produttori e dei distributori (AECOC) per aver ridotto la loro impronta di carbonio. I due stabilimenti si sono iscritti al programma Lean and Green nel 2016, anno in cui hanno messo in atto un Piano di Azione per diminuire le emissioni di CO2 e ridurre al minimo l’impatto dei processi logistici sulle emissioni di gas serra, con l’impegno di ridurre la loro impronta di carbonio del 20% in cinque anni.
La stella assegnata da Lean & Green (la più grande piattaforma europea il cui scopo specifico è ridurre le emissioni lungo la catena di approvvigionamento) certifica che i due stabilimenti hanno rispettato il loro impegno. Un risultato che rappresenta un contributo tangibile per IVECO e il suo obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica lungo la sua intera catena del valore, oltre ad essere un passo significativo nell’ambito della sua strategia complessiva di sostenibilità.
Lo stabilimento di Madrid è dedicato alla produzione dell’intera gamma IVECO di veicoli pesanti per i mercati di tutto il mondo e occupa 2.850 collaboratori.
Le misure adottate
Lo stabilimento IVECO di Valladolid
Presso la struttura di Valladolid lavorano circa 1.000 persone; lo stabilimento produce il veicolo commerciale leggero Daily nelle versioni cabinato e Hi-Matic, oltre ad occuparsi della produzione e della verniciatura delle cabine per i veicoli pesanti prodotti dallo stabilimento di Madrid.
Per ridurre la loro impronta di carbonio, i due stabilimenti hanno messo in atto misure che riguardano le emissioni dirette (Obiettivo 1), le emissioni indirette (Obiettivo 2) e l’efficienza dei trasporti (Obiettivo 3), che influiscono sulla maggior parte dei processi produttivi. Inoltre, molte delle azioni intraprese sono state sviluppate partendo dai suggerimenti dei lavoratori dei due stabilimenti.
Le misure inerenti ai primi due obiettivi erano incentrate sulla riduzione del consumo di gas naturale ed elettricità degli impianti tramite azioni quali progetti di energia fotovoltaica, installazione di recuperatori di calore nei post- combustori, generazione di energia fototermica e diversificazione della produzione di riscaldamento.
Le attività del terzo obiettivo comprendevano, fra l’altro, l’ottimizzazione dei percorsi “milk run” per consentire viaggi a pieno carico per ogni camion, lo sviluppo di nuovi modelli di container per l’ottimizzazione del carico, l’uso della tecnologia RFID per migliorare la gestione degli inventari e ridurre i trasporti express superflui.