Impressioni di guida

Think positive!

di Costantino Radis

Volvo CE è stato fra i primi competitor a credere fermamente nell’idraulica con logica positive control per i suoi escavatori. Abbiamo toccato con mano, sull’EC220D NL, il livello tecnologico raggiunto dal costruttore svedese che non si fa intimorire dai numerosi concorrenti e punta a diventare un sicuro riferimento per questa tipologia di macchina

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo messo le mani su un escavatore Volvo.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e siamo ora qui a raccontare cosa è successo nel frattempo. Messa in archivio la serie C – che tante soddisfazioni ha dato al costruttore di Eskilstuna – la successiva serie D ha migliorato e affinato le performance già più che buone dei modelli precedenti.

Non si è trattato solo di un aggiornamento motoristico ma di una complessiva rivisitazione di tutta l’impostazione generale che ha portato alcuni evidenti vantaggi che si concretizzano, rispetto al precedente Volvo EC210C NL, in una efficienza pari al 12% nei consumi complessivi.

Un risultato non da poco, considerando che i Volvo sono sempre stati escavatori particolarmente conosciuti per la loro parsimonia.

Ma non basta solo consumare meno. Occorre dare anche qualcosa in più che, più difficilmente quantificabile in termini numerici, permette di valutare una macchina in modo positivo.

Volvo si è sempre distinto come un costruttore attento alla centralità della persona, del suo ruolo e della sua sicurezza. Difficile, quindi, migliorare aspetti già ampiamente portati al massimo livello da parte di chi, da questo punto di vista, ha fatto scuola.

Con l’EC220D NL – e più in generale con la serie D – è stato collocato un ulteriore tassello in merito al comfort di guida, alla sensibilità idraulica e alla controllabilità complessiva.

Merito dell’impianto idraulico con logica Positive Control che rende questo escavatore non solo molto rapido ma anche molto semplice e intuitivo.

Think positive!

 

Posto guida: Volvo fa scuola da decenni

 

 

Il protagonista è ovviamente l’escavatore EC220D NL ma il marchio sui cofani è Volvo.

Parlare di conformità ROPS – soprattutto dopo l’entrata in vigore della normativa specifica a partire dal 2011 – è altrettanto ovvio.

Ma sottolineare che Volvo, nel lontano 1980, mise in commercio la pala gommata 4600 con cabina già allora costruita e approvata secondo i dettami ROPS, non è assolutamente ovvio.

I frutti di questa lunga scuola portano dritti fino a oggi e alla cabina dei nuovi serie D in cui l’ergonomia è stata curata con grande attenzione.

Due consolle – solidali con il sedile di guida – e il grande monitor multifunzione I-ECU. La scelta di Volvo è chiara e univoca: sulla consolle di sinistra i comandi principali dell’impianto audio. Sulla destra l’accensione, il potenziometro, le luci di lavoro e un quadro di controllo che permette di accedere al monitor e di selezionare le modalità di lavoro. I due joystick – con i cursori proporzionali con il corretto movimento destra/sinistra – completano il quadro complessivo.

Piace molto la disposizione razionale, ordinata e soprattutto ben visibile anche con i braccioli abbassati. Il blocco sedile/consolle è regolabile in profondità e altezza e, a loro volta, le consolle sono regolabili rispetto al sedile stesso. Il monitor I-ECU ha una brillantezza che permette la visione anche con la luce diurna più forte.

Per aprire e chiudere il parabrezza ci sono due maniglie dotate di sicura che rendono comoda l’operazione. La parte inferiore è invece asportabile e trova posto in una apposita sede vicino al sedile di guida.

La visione verso l’alto è assicurata dal tettuccio trasparente superiore che, però, è leggermente limitato dalla presenza del motore del tergicristallo.

Per quanto riguarda la protezione dalla caduta di oggetti dall’alto (ROPS e FOPS1) la struttura non è integrata nella cabina e va montata come opzione sopra la stessa.

La pedaliera ha una posizione e una inclinazione corretta con una generosa dimensione a disposizione delle ingombranti scarpe da lavoro e due comodi poggiapiedi laterali che non affaticano la schiena. Il posizionatore, in opzione, si comanda con un pedale a doppio effetto collocato sulla sinistra.

L’accesso al posto guida è comodo grazie alla portiera molto ampia anche se le persone con corporatura massiccia possono trovare qualche difficoltà proprio a causa delle grandi maniglie per aprire il parabrezza.

La visibilità è ottimale in ogni direzione e anche posteriormente – ben anche sia presente la telecamera – la visibilità non è penalizzata da cofani ingombranti. La silouette è infatti tra le meno massicce del mercato.

Una volta alla guida si apprezza la comodità del sedile e le regolazioni che permettono di trovare la migliore posizione alle persone di qualsiasi corporatura.

Piace moltissimo il fatto di poter accedere al monitor senza dover staccare la schiena dal sedile con la pulsantiera collocata sulla destra subito prima del potenziometro e immediatamente a lato del bracciolo.

La pressione sonora interna alla cabina è molto bassa ed è uno degli elementi che maggiormente contribuisce al comfort generale. Il dato ufficiale è di 69 dB(A) con porte chiuse: uno dei migliori del mercato.

Uno dei punti forti di Volvo è stato non solo rispettato ma ampiamente valorizzato.

 

Carro e torretta nel solco della tradizione

La storia degli escavatori pesanti Volvo parte da molto lontano e ha unito nel tempo l’esperienza di due costruttori con background diversi e fra loro complementari: Akerman e Samsung.

La storia degli attuali Volvo riprende da entrambi i punti più qualificanti con un forte accento sulla robustezza e una grande attenzione per i dettagli costruttivi.

La scuola coreans in merito a disegni e concezione strutturale ha fatto il resto con le carpenterie dei carri e dei bracci del costruttore svedese che si inseriscono a pieno titolo nel filone di questa scuola. Con, ovviamente, il rispetto di una tradizione di robustezza che vede Volvo come un sicuro punto di riferimento.

Il carro ha una concezione Heavy Duty che lo identifica immediatamente: due guidacingoli inferiori, passo delle maglie da 19 cm, pattini con tripla costola, generosi spessori delle lamiere, supporti delle ruote folli concepiti per assorbire urti e contenere le spinte laterali.

Il braccio monoblocco ha una geometria e delle sezioni che ricordano i grandi bracci da scavo dei modelli superiori interpretando secondo il «Volvo pensiero» questa fondamentale parte dell’escavatore. Ne avevamo parlato anche in passato per le serie precedenti e piace che il costruttore svedese continui con questa sua personale filosofia che è concretamente valida.

Anche la torretta, sia dal punto di vista strutturale che da quello strettamente funzionale, riprende e migliora la tradizione di robustezza ed ergonomia a cui Volvo ci ha da tempo abituati.

Tutti i percorsi di accesso sono protetti da lamiere forate imbullonate sopra i cofani. Cerniere, chiusure dei cofani ed elementi di fissaggio sono robusti e ben realizzati: la cura qualitativa è molto elevata e non si limita all’esterno. Il vano batterie, con la pompa per il travaso del gasolio e il contenitore per gli attrezzi necessari alla manutenzione ordinaria, ne è un esempio. Aprendo gli sportelli laterali  piacciono sia i fissaggi che i sistemi di regolazione per recuperare il gioco ed evitare fastidiose vibrazioni.

La qualità proverbiale del costruttore svedese è evidente in tutti i numerosi particolari molto curati – come i sistemi di sicurezza per i cofani superiori – che denotano grande attenzione per la sicurezza anche in aspetti che altri ritengono secondari.

I punti di manutenzione sono tutti raggruppati e tutti accessibili da terra. I filtri sono in posizione remota all’interno del vano pompe.

 

Motore e impianto idraulico

Il motore dell’EC220D NL è, ovviamente, il Volvo D6H conforme allo Stage IIIB grazie a una architettura con EGR, iniettori ad alta pressione, turbocompresso con intercooler aria-aria.

La presenza dell’EGR obbliga il costruttore a filtrare gli idrocarburi incombusti con un filtro antiparticolato a rigenerazione attiva che non limita le funzionalità di lavoro e che permette all’EC220D NL di operare senza interruzioni anche durante la pulizia automatica.

Con 5,7 litri e sei cilindri, sviluppa una potenza netta di 128 kW @ 1.800 rpm per una coppia di 849 Nm @ 1.350 rpm.

Lo sfruttamento lineare delle sue potenzialità – con una coppia notevole a un basso numero di giri – ha permesso a Volvo un ottimale accoppiamento con l’impianto idraulico di tipo Positive Control in cui il duplice impulso su pompa e distributore (invece di avere un solo impulso sul distributore a cui la pompa si deve adattare successivamente) consente tempi di reazione molto bassi a favore di gradevolezza di guida e risparmio di combustibile. Volvo ha introdotto la modalità ECO che ottimizza il comportamento idraulico dell’escavatore permettendo un risparmio medio del 5% senza inficiare le prestazioni in quasi tutte le applicazioni.

Ciò avviene grazie al dialogo costante fra motore, pompa e distributore e alla sommatoria automatica dei flussi idraulici che prevede la priorità di braccio, avambraccio e rotazione. Insieme alla rigenerazione dei flussi di braccio, avambraccio e benna – che solleva la pompa da una grande mole di lavoro – si ottengono elevata velocità di funzionamento e reattività immediata. La presenza del power boost permette – in caso di necessità – un aumento di tutte le forze di scavo e sollevamento.

Un sistema complesso che – sulla carta – è garanzia di un comportamento dinamico e fluido. Le portate sono di 2 x 207 l/min con pressioni di lavoro di 34,3 MPa (36,2 MPa con il power boost) per braccio e traslazione. Che diventano invece 27,9 MPa per la traslazione.

Dati numerici che collocano l’EC220D NL nella parte bassa di una ideale classifica di portate e pressioni rispetto alla concorrenza più qualificata.

Vedremo dal vivo se le promesse di una gestione idraulica evoluta saranno mantenute.

Alla guida: brillantezza e precisione

Mettersi alla guida di un escavatore Volvo è sempre un piacere.

Il blasone del marchio, insieme a una scalata rapida delle classifiche di gradimento e di vendita in una tipologia di macchine in cui il costruttore è presente in modo realmente convinto da pochi anni rispetto alla concorrenza più accreditata, rendono sempre interessante una prova degli escavatori svedesi.

Il Volvo EC220D NL si colloca nella classe di macchine più vendute e quindi in un segmento di mercato estremamente combattuto.

I numeri sulla carta forniscono l’idea di una macchina fatta per durare in cui la potenza mediamente elevata ma con un numero di giri motore sostanzialmente basso (1.800 rpm) si sposa con flussi idraulici che hanno un valore assoluto non particolarmente alto rispetto alla concorrenza.

Ciò nonostante le prime impressioni sono di un escavatore in cui la velocità e la forza sono due elementi caratterizzanti. Questo per merito, principalmente, dell’architettura dell’impianto con logica positive control e per la rigenerazione spinta dei flussi di braccio, avambraccio e benna.

Di fatto, una volta alla guida del «medio» svedese, abbiamo riscontrato un comportamento dinamico, brillante e divertente. La reattività è molto elevata in qualsiasi tipo di manovre.

Il positive control si fa sentire e, anche se parliamo di tempi di reazione accorciati di qualche frazione di secondo rispetto a un impianto negative control, risulta evidente la maggiore velocità nei movimenti composti.

La rigenerazione dei flussi permette a sua volta di far lavorare le pompe in modo più tranquillo e questo si traduce, nei fatti, in una grande velocità di movimento di braccio e avambraccio che permette di svolgere rapidamente i lavori di spianamento di precisione.

La velocità va però a braccetto con la precisione: la pastosità dei movimenti è una delle doti di questo escavatore che più ci è piaciuta e il merito va sia ai servocomandi che alla reazione rapida e simultanea di pompe e distributore che aumenta la precisione operativa senza rinunciare a un comportamento dinamico. Due doti che sono difficili da accoppiare e che l’EC220D NL sembra riuscire a mettere d’accordo.

La forza di strappo ISO è pari a 145 kN mentre la forza di penetrazione, con avambraccio da 2,5 m, è pari a 122 kN. Si tratta di valori che collocano l’EC220D NL nella media del mercato e che, oggettivamente, si sentono nel momento in cui si scava. La coppia di rotazione consente di operare in pendenza – grazie alla notevole stabilità dimostrata – con benna piena e al massimo sbraccio, senza patemi d’animo a vantaggio della sicurezza attiva della macchina.

Il terreno in cui abbiamo operato non era sicuramente dei più coriacei ma lo scavo nella terra compatta può rivelare alcune sorprese positive quando si tratta di valutare la forza di una macchina. La resistenza opposta ha consentito di apprezzare le doti di scavo dell’EC220DNL e farci capire come velocità, precisione e forza possano andare d’accordo.

Il comfort colloca questo escavatore al top del mercato grazie a tanti piccoli particolari che vanno oltre alla posizione ergonomica: il materiale morbido dei manipolatori e la loro impugnatura comoda, la sensibilità dei pedali di traslazione che permette di eseguire manovre di precisione senza usare le mani, la silenziosità che permette di concentrarsi senza affaticarsi, la visibilità in ogni direzione che aumenta la sensazione di sicurezza. Tutte le qualità che fanno apprezzare i prodotti Volvo a 360°.

La pagella

CI È PIACIUTO

• costruzione curata e robusta

• idraulica di alto livello

• prestazioni di tutto rispetto ma in ottica di lunga durata

• comfort elevato

 

CI È PIACIUTO DI MENO

• alcuni particolari della cabina sono migliorabili

• la tecnologia del motore richiede già DPF (anche se a rigenerazione attiva) per Stage IIIB

 

 

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