Contenimento dei costi

TCO, questo sconosciuto

peer webE’ stato il mantra dello scorso Bauma, se ne sentiva parlare ovunque anche se pochi, forse, sanno bene cosa significhi. L’acronimo sta per Total Cost of Ownership una tecnica di previsione dei costi che tiene conto  del costo totale di proprietà/costo totale di possesso, in uso nell’ambito dei beni durevoli di largo consumo quali macchine industriali, veicoli di trasporto e mezzi di trasporto in genere.

L’analisi TCO deve quindi tener conto dei costi per l’acquisto dei componenti, dei costi per lo sviluppo  dei progetti, dei costi esecutivi, legati all’aggiornamento. Questi costi operativi includono formazione di personale, supporto nei problemi riscontrati nell’utilizzo delle apparecchiature, ecc ecc, costi legati allo smaltimento.

Ma bisogna altresì valutare i costi di esercizio perché il costo totale di impiego di una macchina  non deriva solo dal suo prezzo quando la acquistiamo, ma anche dai tutti gli oneri legati alla sua intera vita lavorativa.

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Perché oggi, variabili quali consumi, prezzo del carburante, esigenze e frequenza della manutenzione, in un panorama complessivo di marginalità in calo, hanno spostato l’attenzione sui costi complessivi di gestione, un fatto che sta profondamente cambiando l’approccio dell’utilizzatore, e a cui i costruttori di macchine e componenti rispondono proponendo strategie differenziate.

Insomma, il Total Cost of Ownership è un concetto con cui gli utilizzatori dovranno sempre più fare i conti in un mondo dove competitività, costi variabili e marginalità rappresentano ormai delle costanti. Ma sapere cosa significhi questa sigla non basta.

centroIl TCO è  un’analisi statica dei costi di esercizio di una macchina. Non tiene quindi conto, per esempio,  di eventuali ritorni dovuti all’investimento in innovazione o del risparmio operativo delle nuove mansioni create…Quindi, monitorando solo i costi, non può essere utilizzato in fase di analisi strategica degli investimenti.

Per quella, un semplice calcolo matematico può aiutare ma non è sufficiente. Ci vuole visione, aggiornamento tecnico, competenza, capacità di cogliere e sfruttare i trend in atto, senso critico, lucidità imprenditoriale. Solo mixando i due tipi di analisi, quella statica e quella dinamica, sarà possibile fare scelte oculate e vincenti.