Test

Si è fatto i muscoli!

Apertura

di Costantino Radis

Il Komatsu PC490LC-10 sostituisce il PC450LC-8. Non un semplice upgrade ma un escavatore completamente diverso che, già al primo impatto visivo, fa capire che «si è fatto i muscoli». Un allenamento che ha portato un peso operativo superiore e una struttura più massiccia a fronte di prestazioni idrauliche invariate

Macchine da cava. Macchine da scavo. Macchine da produzione.

Il Komatsu PC490LC-10 fa parte di quella categoria di escavatori idraulici che vede il proprio palcoscenico dove è necessario muovere elevati volumi di scavo, estrarre blocchi di pietra, o gestire in modo estremamente equilibrato la produzione con un costo di gestione sotto controllo.

Nata da una crescita continua degli escavatori da 40 tonnellate della fine anni ‘90, la classe 50 ton è oggi quella che si candida meglio di altre alla gestione di grandi volumi di scavo con costi di gestione competitivi. E proprio grazie a costruttori come Komatsu che, tradizionalmente, ha sempre avuto una gamma molto frazionata per andare incontro alle esigenze dei propri clienti.

Prezzi di acquisto accessibili, versatilità e trasportabilità poco più complesse rispetto a un escavatore da 40 tonnellate, capacità produttive elevate. Tutte caratteristiche che inquadrano molto bene il Komatsu PC490LC-10 nel panorama attuale degli escavatori idraulici.

E ne costituiscono i principali pregi.

L’aggiornamento motoristico ha consentito a Komatsu di presentare una macchina con caratteristiche idrauliche del tutto simili al predecessore PC450LC-8 ma con una struttura più adeguata ai lavori pesanti delle cave di pietra o al carico continuo di dumper.

Carro più grande e torretta più massiccia per adeguarsi alla migliore concorrenza ed essere pronto alle sfide di produttività. Ovviamente con i muscoli in bella mostra.

 

CABINA: UN PROGETTO IN EVOLUZIONE

BOX_01_001La nuova Komatsu Space Cab è l’evoluzione di un progetto partito con le prime cabine della serie Galeo. Una evoluzione che vedeva Komatsu introdurre, già nella serie 8, un modulo rispondente alle non ancora obbligatorie norme ROPS e che poneva il prodotto made in japan all’avanguardia assoluta in termini di sicurezza per l’operatore. La nuova cabina rappresenta una evidente continuità stilistica con le serie precedenti – pur con un disegno nuovo e aggressivo – basandosi su una funzionalità interna in cui sintesi e ordine sono i punti base di una ergonomia concreta. Tutti i comandi sono raggruppati nei due satelliti dei servocomandi e nel display multifunzione che consente di dialogare con il sistema EMMS – Equipment Management and Monitoring System.

Testo 1La routine è molto intuitiva e si basa su una logica a cascata che è semplice memorizzare e usare fin da subito. Permette infatti di regolare e controllare non solo tutti i parametri di lavoro ma anche la climatizzazione così da non cercare altrove questi comandi. È inoltre possibile visionare l’inquadratura della telecamera posteriore in modo permanente. Sul satellite di sinistra sono presenti i comandi della radio mentre su quello di destra abbiamo messa in moto, potenziometro, luci, tergicristallo e funzioni di blocco. Nonostante la porta sia molto ampia l’accesso al posto guida non è molto agevole per gli operatori più alti e robusti perché il satellite di sinistra non si solleva. Tutto il gruppo sedile/satellite è ammortizzato pneumaticamente e regolabile rispetto alla cabina e i satelliti sono a loro volta regolabili rispetto al sedile. Le persone di taglia oversize dovranno quindi avere l’accorgimento di spostare indietro il sedile prima di scendere e poi nuovamente sistemarlo prima di lavorare. La superficie vetrata non è fra le maggiori del mercato e sul lato destro farebbe piacere avere qualche centimetro in più verso il basso per muoversi con più agilità negli spazi stretti. Occorre dire che la posizione elevata della cabina rispetto al terreno – elemento caratterizzante un escavatore di questa classe – attenua in parte questa peculiarità. Rispetto alla migliore concorrenza, però, rimane un piccolo gap. I materiali sono di qualità elevata e gli spazi per una borsa frigo e una bottiglia per l’acqua non mancano. testo 2I manipolatori sono dotati di cursori proporzionali ad azionamento verticale anche se quelli ad azionamento orizzontale assecondando meglio il movimento naturale del pollice in lunghe operazioni ripetitive durante i lavori con attrezzature per demolizioni. Nel complesso è però una cabina ben costruita e con un livello qualitativo molto buono. Alcuni nei possono essere eliminati con pochi sforzi aggiornando un progetto decisamente valido che parte comunque da una impostazione complessiva molto valida che vede il family-style Komatsu in continua evoluzione dalla serie 3 fino a oggi.    

MOTORI E IMPIANTO IDRAULICO

AperturaKomatsu ha sviluppato nel tempo una propria serie di motori partendo da una collaborazione con Cummins. Oggi il PC490LC-10 monta un motore Komatsu SAAD125E-6-A da 11.040 cm3 con 6 cilindri, iniezione diretta Common Rail ad alta pressione, turbocompresso, EGR esterno con filtro antiparticolato. La potenza è di 270 kW (362 CV) @ 1.900 giri/min mentre la coppia massima non è dichiarata. L’impianto impianto idraulico è il collaudato HydrauMind Load Sensing a centro chiuso con distributore a compensazione del carico. Le due pompe a portata variabile forniscono un flusso di 2 x 345 l/min (690 l/min complessivi) per una pressione di lavoro che varia da 380 kg/cm2 per attrezzatura e traslazione a 285 kg/cm2 per la rotazione e fino a 33 kg/cm2 per i servocomandi. La coppia di rotazione è pari 132 kNm per una velocità massima pari a 9,4 giri/min. La traslazione ha tre velocità automatiche (3,0/4,2/5,5 km/h) e consente di superare pendenze del 70% (35°) per una forza di trazione pari a 34.000 kg. Si tratta di numeri sostanzialmente identici – tranne un leggero aumento di potenza che passa da 263 kW (353 CV) a 270 kW (362CV) – rispetto al PC450LC-8. La validità e l’equilibrio del precedente modello hanno spinto i tecnici Komatsu a conservare le caratteristiche positive andando a migliorare là dove era effettivamente necessario…ossia nella struttura della macchina.

BOX_02_004Per quanto riguarda la scelta di Komatsu di propendere per un motore con EGR + DPF la soluzione non ci trova pienamente d’accordo per tutta una serie di motivi che ormai i lettori di «Macchine Edili» ben conoscono e su cui ci siamo sempre espressi. Occorre dire al proposito che Komatsu, da costruttore estremamente serio, ha fin da principio proposto la formula Komatsu Care che prevede 4 tagliandi gratuiti a 500-1000-1500-2000 ore entro tre anni (olio, filtri e analisi olii compresi) e la fornitura gratuita del filtro antiparticolato a 4.500 e 9.000 ore entro 5 anni. Ben sapendo le problematiche che questo tipo di tecnologia comporta, soprattutto in termini di costi di gestione, ci sembra una iniziativa che merita una sottolineatura positiva e che va incontro alle esigenze degli utilizzatori.    

 

CARRO, BRACCIO E TORRETTA

ApertruraAncora oggi, benché insidiata dal basso da alcuni costruttori emergenti asiatici, Komatsu è il primo costruttore al mondo di escavatori idraulici. Una leadership che si è consolidata nel tempo grazie a macchine qualitativamente ai vertici della produzione mondiale pur essendo economicamente accessibili. Senza contare la distribuzione capillare che vede il costruttore giapponese presente globalmente in modo organizzato. Si tratta di un insieme di particolari importanti che denotano non solo una cura progettuale che fa evolvere una storia ricca di tradizione tecnologica ma anche la volontà di essere vicino al cliente. BOX_03_004_BQuesto aspetto fondamentale ha portato i tecnici Komatsu alla genesi del CP490LC-10 quale evoluzione del PC450LC-8 ma con evidenti migliorie dal punto di vista strutturale. L’impiego tipico di queste macchine sia nei grandi sbancamenti che nelle cave che come base per macchine da demolizione comportava un carro più importante…anche e soprattutto per stare al passo con la concorrenza più agguerrita. Il maggior peso operativo in più rispetto al precedessore (oltre 2.000 kg a seconda delle versioni) è stato distribuito fra carro e torretta con una altezza libera da terra di quest’ultima 

 

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