Quando il braccio arriva vicino…

Quando il braccio arriva vicino…è meglio farsi da parte!

Ancor meglio essere prudenti…

Il cilindro posizionatore – nato proprio in Italia – è diventato parte integrante del panorama dei cantieri italiani ed europei.

Inventato dal ramo della famiglia Bruneri che fondò la Simit, il cilindro posizionatore venne fin da subito brevettato e fece la fortuna del marchio torinese anche dopo l’acquisizione da parte di Fiatallis.

Una particolarità tecnica che ebbe larga diffusione anche presso altri marchi non appena il brevetto decadde. Marchi come O&K e Liebherr lo diffusero ampiamente in nord Europa.

Caterpillar lo adottò non appena possibile proprio in Italia – per contrastare commercialmente il marchio nostrano – e lo diffuse in seguito anche in altri mercati.

Hitachi ne apprese l’utilità e lo perfezionò in modo esemplare ai tempi della joint-venture con Fiat e lo mantenne in seguito anche sulla propria gamma arrivando a pesi operativi oltre le 35 tonnellate.

Altri costruttori lo interpretarono in modo diverso rispetto a Simit.

Se quest’ultima, infatti, aveva il cilindro posizionatore collocato superiormente al braccio, molti lo inserirono inferiormente privilegiando la forza di sollevamento rispetto alla versatilità.

Fecero così Laltesi negli anni ’80 e, in seguito fino al recente passato, Liebherr, Komatsu, Atlas e molti altri.

I vantaggi del cilindro posizionatore sono enormi…diversamente non si spiegherebbe la sua larga diffusione da una zona geografica concentrata quale il Piemonte fin verso i cantieri di mezzo mondo.

Permette all’escavatore di operare in spazi molto ristretti in condizione di massima produttività.

Negli scavi in sezione obbligata – come ad esempio i plinti di fondazione o le trincee in città – consente di lavorare in condizioni di massima visibilità senza penalizzare il riempimento della benna.

Quando occorre sollevare grandi pesi – anche se il braccio con posizionatore pesa di più rispetto a un normale monoblocco – permette di lavorare molto vicino al baricentro dell’escavatore sfruttando al massimo la capacità della macchina.

Per contro…

…può risultare pericoloso se non usato con buon senso in quanto non sarebbe la prima volta che qualche distratto buontempone si aggancia la cabina con la benna che arriva molto vicino al posto guida…

…oppure si possono danneggiare i cilindri di sollevamento se non si fa attenzione sia con la benna che con eventuali carichi ingombranti come – ad esempio – dei grandi massi…

…oppure ancora ci si potrebbe involontariamente trovare con la benna in cabina quando – girandoci per prendere qualche cosa dietro al sedile – si aziona involontariamente il pedale del cilindro prendendosi anche un bello spavento se si ha la fortuna di non farsi male…

…oppure – presi dall’euforia della estrema compattezza – si potrebbe scavare troppo sotto al carro dell’escavatore provocandone la caduta nello scavo.

Una grande – grandissima comodità – che però va usata con estrema cautela valutando ogni singola possibilità di pericolo che – proprio per il suo elevato raggio di azione – porta con se’.

Alcuni non ne possono proprio fare a meno tanto da volerlo anche e sempre su escavatori di taglia medio-grande. Altri hanno imparato a farne a meno dopo averlo usato per molti anni anche scoraggiati dalla maggiorazione iniziale nel prezzo di acquisto.

Di fatto il cilindro posizionatore risulta un accessorio quasi indispensabile in un numero enorme di applicazioni.

E lo sappiamo bene soprattutto noi italiani.

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