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MMT: piccoli operatori crescono

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Oggi  quasi nessuno dei nostri figli e nipoti immagina più, da grande, di fare il pilota d’aereo o la hostess. E nemmeno il calciatore o l’astronauta. Secondo una ricerca di Hasbro condotta in 8 Paesi tra cui l’Italia, il mestiere dei sogni è diventato un altro: il videogame designer, cioè il  professionista che inventa il videogioco partendo da zero.

Eppure non tutti la pensano così, almeno a vedere le foto che corredano questo post (con i minori  resi irriconoscibili, come impone a noi giornalisti la  Carta di Treviso) scattate nel corso dell’ultimo Bauma. Lì orde di bambini famelici di motori, impianti idraulici, dumper ed escavatori, con il trip del load sensing e il joy stick facile si fermavano letteralmente estatici davanti alle macchine fiammanti di ultima generazione e quando abbiamo chiesto loro cosa volessero fare da grandi la risposta è stata univoca e unanime: l’operatore di macchine movimento terra.

Una nuova generazione di operatori si affaccia quindi sul mercato. E con motivazioni senz’altro differenti da quelle che animavano i loro padri/zii/nonni.

Indubbiamente la passione per le macchine da costruzione è il minimo comun denominatore che lega i pargoli 2.0 ai loro predecessori: senza passione, qualsiasi lavoro si faccia diventa noioso, improduttivo, stressante.

testoMa in passato (e forse ancora oggi, non per scelta ma per necessità) c’erano a monte altre necessità: quella di proseguire un’attività di famiglia, per esempio, quella di trovare sbocchi alternativi in un mercato avaro di possibilità, quella di riscattare la mancanza di un’istruzione adeguata con una professione dignitosa anche se faticosa.

Oggi qualcosa è cambiato radicalmente. Responsabili in parte di questa mutazione genetica sono i nuovi media, ma non solo e non tanto perché veicolano immagini in cui terne ed escavatori sono sempre più spesso (purtroppo) coinvolti nel ripristino di zone distrutte da alluvioni e terremoti.

E’ cambiato piuttosto l’approccio alla professione di operatore che, per fortuna, continua a mantenere in sé valori etici ed educativi quali la fatica, l’impegno, l’operosità. Ferma restando la passione, che deve sempre esserci, ora fin da piccoli ci si abitua ai concetti di qualità, di formazione, di profitto, di crescita. che solo pochi anni fa erano estranei alla maggior parte dei nostri operatori.  Che, con le nuove generazioni, diventano imprenditori di sé stessi.

Bambini 3

 

Un altro aspetto che fa riflettere è che quasi per una tacita par condicio, sia maschi che femmine coltivano lo stesso sogno nel cassetto, come dimostra la foto che vediamo qui sopra. Anche a queste bionde aspiranti operatrici abbiamo posto alcune domande. Ecco in sintesi le loro risposte: 1) abbiamo chiesto noi di venire a visitare questa fiera; 2) nessuno in famiglia fa l’operatore; 3) prima di guidare le macchine vogliamo scoprire cosa c’è dentro e perché funzionano così.

Nessuna ingenuità in queste risposte. Ma idee chiare, determinazione e grinta. A questo punto il minimo che possiamo fare è augurare sia agli uni che alle altre di realizzare il loro sogno.