Al lavoro

Metodo scientifico per la Matera Inerti

Apertura

di Costantino Radis

Nella cava della Matera Inerti abbiamo visto al lavoro due escavatori incaricati di produrre il fabbisogno aziendale. Due bracci differenti in cui lo specifico impiego è stato ben studiato. Grazie a una esperienza lavorativa che affonda radici lontane

 

La cava della Matera Inerti si trova in un contesto unico in cui la città capoluogo è a soli due passi ma l’azienda estrattiva è del tutto nascosta alla vista grazie a una perfetta integrazione ambientale e a una coltivazione “a catino” in cui i gradoni sono sfruttati in modo ordinato e razionale.

Due escavatori New Holland sono elemento produttivo fondamentale intervenendo dopo le volate che scollano la roccia dal gradone e lasciano sul terreno ingenti quantitativi di massi da ridurre di pezzatura, caricare e avviare alla frantumazione primaria.

La Matera Inerti ha una storia trentennale iniziata nel 1984 che ha portato l’azienda lucana a fornire importanti realtà internazionali come Mapei e Leca.

“La qualità dei nostri materiali” ci spiega Antonello Ribba, fondatore dell’azienda “è uno dei punti qualificanti che ci ha permesso di collocarci in una posizione privilegiata sul mercato”.

E continua “Il ciclo produttivo è stato nel tempo razionalizzato e ottimizzato monitorando la qualità degli inerti prodotti e i costi di gestione complessivi”.

L’utilizzo due New Holland E385C rientra in questo continuo programma di aggiornamento e valutazione in cui la produttività complessiva è strettamente legata anche ai consumi di macchine e attrezzature che lavorano nella totalità del ciclo.

“Le macchine che usiamo nella nostra produzione aziendale” ci spiega Ribba “sono sempre state valutate con attenzione e anche i due escavatori che lavorano sul fronte estrattivo non sono sfuggiti a una profonda analisi. I fattori che mi hanno convinto verso questo acquisto sono in primis la struttura che si presenta robusta e ben costruita. Sia i carri che i bracci, in particolar modo la versione BEH, sono perfettamente adatti al severo impiego nel compatto materiale della nostra cava”.

“Ma non solo” continua “Le scelte idrauliche e motoristiche sono, a mio avviso, perfettamente allineate alla fascia alta del mercato e i consumi, a parità di produzione rispetto alle macchine che avevamo in precedenza, sono diminuiti in modo drastico”.

“Il nostro approccio con le macchine e le attrezzature” spiega Antonello Ribba “è da sempre di tipo scientifico e mai approssimativo. Un metodo che adottiamo in tutta la gestione della nostra attività produttiva e che ci ha portato ad avere una collaborazione costante con l’Università di Potenza per lo sviluppo di nuovi aggregati e di prodotti completi per il mondo delle costruzioni”.

 

Metodo scientifico

Antonello Ribba, fondatore della Matera Inerti
Antonello Ribba, fondatore della Matera Inerti

Non si spiegherebbe diversamente la capacità di affrontare il mercato con una mentalità che guarda al futuro e con la voglia di crescita che va verso la gestione completa della filiera estrattiva e produttiva.

Antonello Ribba, sia per attitudine personale, sia per i passati studi ingegneristici, adotta un metodo fortemente scientifico nelle sue valutazioni imprenditoriali che lo ha portato a dirigere la Matera Inerti verso quel percorso virtuoso in cui si arriva a proporre al mercato un prodotto finito. Come nel caso dei massetti ad alte prestazioni che l’azienda ha messo a punto proprio collaborando con la Facoltà di Ingegneria di Potenza.

“Arricchire il bagaglio tecnico aziendale” ci dice Ribba “è il mio obiettivo da sempre. Ci troviamo a operare, fra le altre cose, in un contesto più difficile e meno avvezzo a recepire i contenuti tecnologici di un prodotto storicamente povero come l’inerte, il conglomerato cementizio o il massetto. Ma è ovvio che la strada di un’azienda che vuole porsi come punto di riferimento del mercato deve andare oltre”.

Questo metodo scientifico ha guidato Antonello Ribba verso i due New Holland E385C. E la sua valutazione è stata fino ad ora confortata dai risultati effettivi raccolti sul campo in termini di produttività, consumi contenuti e costi di manutenzione che tendono verso il basso.

“I due escavatori sono stati un acquisto di cui siamo molto soddisfatti” ci racconta “perché hanno rispettato in pieno le aspettative produttive con dei costi di gestione molto bassi. Con il concessionario Caldarola si è instaurato un rapporto di fiducia e i due E385C hanno aperto le porte della Matera Inerti alle macchine del gruppo CNH. In occasione di ogni acquisto saranno severamente valutate ma, se i presupposti sono quelli visti, sicuramente metteranno in campo delle caratteristiche meritevoli di attenzione”.

Una conclusione, derivante da una attenta analisi, che bilancia i valori in campo e apre nuove prospettive di valutazione.

PROPULSORE: MADE IN JAPAN

MOTORE_001Motorizzato con il propulsore Hino J08E-UV da 7.684 cm3 che eroga 213 kW (290 CV) a 2.000 giri/min, il New holland E385C è il modello della fascia 38 ton del costruttore di Torino. La motorizzazione del brand industriale di Toyota è un robusto e affidabile 6 cilindri con iniezione Common Rail conforme allo Stage IIIb (Tier IV interim) grazie a una tecnologia che adotta un EGR a controllo elettronico accoppiato con un filtro antiparticolato. La coppia massima è pari a 1.017 Nm a 1.600 giri/min a garanzia di una elevata elasticità e di consumi contenuti. Una scelta che allinea l’E385C con la gran parte della concorrenza oggi presente sul mercato ma che lo differenzia, rispetto a scelte più comuni, per l’adozione di un DPF a rigenerazione passiva in cui il Common Rail che non richiede interventi pesanti di manutenzione.

 

IDRAULICA: NON GLI MANCA NIENTE

IDRAULICA_002L’idraulica è quella apprezzata e conosciuta dei Serie C di New Holland. L’impianto fornisce 588 l/min (2 x 294 l/min) gestiti in modo ottimale grazie a un controllo elettronico che prevede, in ogni istante, l’uso contemporaneo delle pompe con il D.O.C. (Dipper Optimized Control). I flussi sono rigenerati fra i cilindri tramite il sistema Conflux che devia le correnti di ritorno verso il movimento che ne ha bisogno in quel momento. Per ridurre i tempi di ciclo la priorità è indirizzata verso la rotazione della torretta. La gestione complessiva dell’impianto avviene tramite il processore A.E.P. (Advanced Electronic Processor) che permette di gestire 20 attrezzature da preimpostare, monitora il funzionamento, effettua l’autodiagnosi e memorizza i dati di lavoro. Le regolazioni di lavoro sono tre: H (Heavy Duty), S (Standard) e E (Eco). Il sistema H.A.O.A. (Hydrotronic Active Operation Aid) monitora i movimenti delle ultime manovre memorizzandoli e agevolando l’operatore in modo automatico nei cicli successivi rendendo il lavoro più veloce e semplice. A questo contribuiscono anche i servocomandi che usano nuovi manipolatori e la disponibilità, in opzione, dei joystick proporzionali HPC che rendono ancora più docile e prevedibile la reazione dei movimenti.

 

CABINA: EVO-LUZIONE

CABINA_002La cabina EVO si è fatta apprezzare fin dalla sua prima comparsa ed è oggi fra le più complete del mercato. Omologata ROPS e FOPS Livello II, ha oggi tutti i comandi principali e secondari allineati sul lato destro. Il monitor multifunzione integrato ha una superficie antiriflesso e dispone di inquadramento automatico della telecamera posteriore. La climatizzazione automatica è di serie e la radio è dotata di sistema Bluethoot e USB. La pressione acustica interna è pari a 71 dB(A): un valore molto buono che porta questa cabina ai livelli dei migliori. Difficile scendere sotto pressioni sonore di questo livello nel momento in cui la superficie vetrata è così estesa. Un elemento positivo che porta la visibilità a livelli molto elevati e che si accompagna a materiali e finiture molto buone con parasole funzionali e ben realizzati. L’assorbimento delle vibrazioni avviene tramite sei silent-block elastoviscosi al silicone che riducono l’affaticamento dell’operatore.

 

 

STRUTTURA E BRACCI: UNA ROBUSTEZZA CHE PARTE DA LONTANO

STRUTTURA_002La struttura del New Holland E385C parte da lontano. Un elemento da sempre proverbiale degli escavatori del costruttore di Torino è sicuramente la fattura e la robustezza del complesso carro/torretta/braccio. La sezione delle lamiere, il diametro dei rulli, la disposizione dei guidacingolo inferiori, la dimensione delle catenarie e delle ruote folli e motrici sono chiari indicatori di un progetto pensato per l’uso gravoso. I bracci sono dotati di doppie boccole, interne ed esterne, in corrispondenza dell’articolazione con la benna. L’offerta spazia dalla geometria monoblocco standard (6.550 mm), alla triplice articolazione, fino al monoblocco in versione corta BEH (5.775 mm). I penetratori a disposizione sono quattro (2.330/2.600/3.300/4.150 mm) e uno specifico per la versione più corta (2.150 mm). Le protezioni anti usura sono di serie. La torretta ha una struttura in cui i profili del telaio e il castello del braccio sono previsti per sopportare applicazioni speciali che sollecitano la struttura in modo elevato.

 

CALDAROLA: UN DEALER DALLA LUNGA TRADIZIONE

CALDAROLA_001Fondata a Matera nel 1973 dal sig. Caldarola, l’omonima società è oggi una delle strutture più apprezzate del sud Italia. Operativo sul territorio lucano e pugliese con sedi a Matera, Bari e Lecce, il concessionario del gruppo CNH Industrial si propone alle aziende e industrie del territorio di competenza con una gamma di oltre 70 macchine che compone il proprio parco noleggio. L’offerta di macchine nuove spazia dalle macchine compatte fino ad arrivare ai modelli più grandi della gamma construction del gruppo di Torino. La vicinanza con il cliente e la professionalità nel gestire il servizio post vendita sono i punti qualificanti che hanno permesso alla struttura lucana di essere presente sul mercato dopo più di quarant’anni di vita e nonostante la forte crisi degli ultimi anni.