Provocazioni

La riscossa delle macchine cinesi

Uno studio dell’istituto di ricerca  CLSA, riportato dal settimanale inglese  The Economist, sembra sfatare l’opinione corrente secondo la quale le macchine movimento terra “made in China” sono inferiori, in qualità e tecnologia, rispetto a quelle prodotte in America o Europa. La CLSA ha testato alcuni brand (tra cui Sany, Zoomlion e LiuGong), i cui prodotti hanno l’indubbio vantaggio di essere economicamente convenienti, e li ha trovati assolutamente all’altezza dei maggiori competitor.

Tutto nasce, secondo The Economist, dalla crisi economica mondiale. Fino a cinque anni fa il 90% delle macchine utilizzate nei cantieri cinesi avevano marchi stranieri, anche se spesso venivano prodotte internamente. I notevoli incentivi fiscali promossi dal Governo nel 2008-2009 provocarono un boom nelle costruzioni che incoraggiò i costruttori autoctoni esistenti a espandersi, determinando al contempo  la nascita di una dozzina di nuovi player.

I marchi locali non avevano certo le raffinatezze tecnologiche della giapponese Hitachi né l’estesa gamma di una Caterpillar, ma offrivano ai clienti prezzi tanto vantaggiosi e sistemi di finanziamento tali che alla fine del 2011 avevano conquistato metà del mercato domestico.

A questo punto le firme cinesi più prestigiose si affrettarono ad aggiornare la propria tecnologia acquistando i stringendo partnership con i marchi stranieri: Sany ha acquistato Putzmeister e Intermix e ha stretto un’alleanza con l’austriaca Palfinger; Zoomlion ha acquisito Cifa, LiuGong e Xugong hanno stretto alleanze rispettivamente con l’americana Cummins e la sud coreana Doosan, per potenziare i propri motori diesel.

Finiti gli incentivi governativi, rallentò anche la domanda di macchine per le costruzioni. A questo punto i costruttori stranieri che sfornavano nelle loro fabbriche locali prodotti “fatti in Cina per la Cina” di relativa bassa qualità, decisero di voltar pagina e di produrre macchine più tecnologiche da esportare soprattutto nei Paesi del sud est asiatico.

I ricercatori hanno sottoposto per due settimane a test intensivi macchine di Sany, Caterpillar, Hitachi, Doosan, Komatsu e Kobelco. I risultati in termini di produttività, resistenza, efficienza sono stati buoni, ma sopra tutte si sono distinte le macchine Sany: se non al livello delle migliori (Caterpillar), hanno superato i rivali giapponesi e coreani.

Conclusioni: il gap tecnologico tra le migliori Case cinesi e i loro concorrenti stranieri praticamente non esisterebbe più. Ci si aspetta che Sany e un manipolo di altri marchi guideranno il consolidamento di un’industria locale dove presto 60 costruttori potrebbero ridursi a 6.

Secondo The Economist i competitor stranieri avrebbero di che preoccuparsi……

1 commento

  1. Era ora che qualcuno dicesse chiaro e forte come stanno le cose. Il livello qualitativo delle macchine cinesi è già molto buono e lo sarà ancora di più in futuro: per l’Occidente è tempo di preoccuparsi.

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