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Effer: la parola agli utilizzatori

 

50 anni di storia vorranno pure dire qualcosa per un’azienda. E i risultati raggiunti si misurano non solo dai fatturati in crescita, dai prodotti via via sempre più innovativi immessi sul mercato, dalla presenza capillare sul territorio nazionale e all’estero, ma anche dalla reputazione che l’azienda ha saputo crearsi e consolidare nel tempo. Ed è proprio nel corso di eventi d’aggregazione come un Porte Aperte che vengono a galla quei legami, quei rapporti interpersonali che sono il collante di una relazione virtuosa tra fornitore e utilizzatore e che si traducono nel termine fidelizzazione.

Tanti e tutti entusiasti i partecipanti all’ultimo evento organizzato da Effer a Minerbio, nel corso del quale abbiamo anche potuto vedere da vicino le innovazioni tecnologiche di un’azienda che ha come motto “raise the value”, cioè accrescere il valore del cliente fino al massimo delle possibilità.  Una promessa che, a quanto pare, è stata mantenuta.

Parlavamo di soluzioni innovative e intelligenti. Tra queste merita senz’altro una menzione il CroSStab, un sistema brevettato che, grazie al posizionamento diagonale degli stabilizzatori, consente alla gru di lavorare al 100% delle prestazioni in tutti i 360° di rotazione.

Enrico Vandelli

“Con gli stabilizzatori orientati in modo diagonale”, spiega Enrico Vandelli, area manager per l’Italia, “si possono movimentare carichi voluminosi e pesanti in tutti i 360° della rotazione, con le massime performance. Il CroSStab consente di ottenere risultati migliori a costi inferiori rispetto alle principali soluzioni alternative per il sollevamento di carichi frontali, permettendo di lavorare in un’area frontale molto più ampia e garantendo una grande flessibilità nel piazzamento della gru”.

Il sistema V-Stab

Ma c’è anche un altro basamento opzionale che può davvero fare la differenza in termini di stabilità, spazio e libertà di movimento. Si tratta del sistema V-Stab, una forma di basamento integrato con gli stabilizzatori che permette un’area operativa sul casso en di ben 243°: un’ampiezza molto più elevata delle soluzioni tradizionali (+35% dell’area di lavoro a pieno carico). Grazie alla configurazione degli stabilizzatori completamente richiudibili è possibile lavorare anche negli spazi più ristretti; tra l’altro il sistema V-Stab permette di spostare il carico a una distanza superiore anche di 15 metri rispetto alla stabilizzazione tradizionale, con il massimo sbraccio.

I sistemi CrosStab e V-Stab possono essere facilmente installati su un secondo autocarro, finita la vita del primo, preservando il proprio valore nel tempo. Un concetto perfettamente in linea con la mission aziendale. .

Fedeli per sempre dalla Sardegna
Maurizio Sandri (a sinistra) con i fratelli Mura

Arrivano da Olbia i fratelli Alessandro, Gianfilippo e Massimiliano Mura soci della MCM, azienda a conduzione familiare (la madre, Reparata Calìa si occupa dei compiti amministrativi), fondata nel 1990 e specializzata nella costruzione di serbatoi in cemento armato per l’acqua. Il bacino d’utenza comprende le zone costiere limitrofe ed il mercato di riferimento è costituito da da villaggi turistici, strutture alberghiere, privati, imprese edili. “Siamo clienti Effer dal 2002”, spiega Massimiliano. “Abbiamo iniziato con una Effer 720 e siamo arrivati alla 1355, acquistata nel gennaio 2017. Abbiamo acquistato 5 macchine in 12 anni e il nostro parco è composto ora di due gru 720, di una 850, una 1050 e dell’ultima arrivata. Prima dell’incontro con Effer, avvenuto tramite Maurizio Sandri della Hydrotec di Castel Bolognese (società di allestimenti e concessionaria Effer per la Sardegna) che ha supportato MCM nel suo percorso, la società utilizzava altri marchi che ha gradualmente abbandonato, una volta fatto quello che Mura definisce un vero e proprio salto di qualità. Quali sono i punti di forza di queste macchine? “Sono affidabilissime, dalla prima all’ultima che abbiamo acquistato non abbiamo avuto problemi”, conclude Massimiliano Mura.  “La nostra particolarità è il peso, facciamo dei tiri a braccio corto ma con peso intenso, le nostre macchine hanno sbracci di 17 metri e ci siamo subito trovati perfettamente a nostro agio con i prodotti Effer. Che una volta provati è difficile abbandonare”.

Mai un problema
Ramiz Kryemadhi

Ramiz Kryemadhi è il titolare di Torre Montaggi, impresa edile di Pordenone che si occupa di bonifica da amianto, copertura di tetti, montaggi industriali e carpenteria metallica, attiva sia in campo civile che industriale e commerciale. Relativamente giovane (è nata nel 2004), la società acquista la sua prima Effer nel 2008: si tratta di una 1250, prima di una serie di macchine che andranno via via ad arricchire il parco aziendale. “Ora possiamo contare sui modelli 505, 585, 955, 1750 e la 1355”, spiega Ramiz, “e siamo decisamente soddisfatti delle nostre macchine. Sui servizi di assistenza non posso esprimermi perché in tutti questi anni di collaborazione non ne abbiamo mai avuto bisogno. Ma immagino che siano eccellenti come le macchine Effer”. Anche qui un ruolo di primo piano è stato svolto da un partner importante di Effer, Antonino Bassi di Centro Gru di Castello d’Argile, società con 40 anni di esperienza alle spalle che distribuisce le gru Effer nelle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia ed è specializzata nella loro installazione, specie di quelle particolari. “Un lavoro complesso, spiega Bassi, poiché ogni installazione è un unicum e non esiste uno schema meccanico valido per tutti i modelli, perché molte sono le variabili di cui occorre tener conto. Bisogna avere preparazione meccanica ma anche fantasia nelle esecuzioni e sintonia con il cliente visto che le finiture sono personalizzate”. Una sintonia che con Torre Montaggi, come conferma Ramiz, c’è stata in pieno.

Il trasporto nel cuore
Da sx Massimo Gualtieri,Diego Brutti e Antonino Bassi di Centro Gru

La Goitese Trasporti di Goito (Mantova) nasce nel 1977 come piccola impresa nel settore del trasporto merci conto terzi su strada. Passi in avanti ne sono stati fatti tanti, infatti, se all’inizio della storia aziendale gli automezzi erano quattro e principalmente usati per trasporto di merci agricole sfuse, con l’entrata in società della nuova generazione, l’attività si è specializzata sempre più nel trasporto di merci varie, anche con l’ausilio di gru autocarrate riuscendo ad acquisire sempre più fasce di mercato prima sconosciute e portando l’azienda a incrementare la clientela, raggiungendo un notevole fatturato. “Grazie a ciò abbiamo potuto acquistare nuovi mezzi e nuove attrezzature, arrivando gradualmente alle dimensioni attuali: 20 automezzi”, dice Diego Brutti, titolare dell’azienda. La clientela da noi servita è molto diversificata, dal settore dell’agricoltura a quello dell’industria, per continuare con quello dell’artigianato. E le gru Effer sono state e continuano a essere per noi uno strumento importante del nostro successo”. Al Porte Aperte di Effer abbiamo visto esposta una delle macchine più grandi di Effer, la 2055, l’unica macchina del mercato, nella configurazione da 8 sfili con verricello a rientrare nelle 32 ton e che quindi non necessita di essere catalogata come trasporto eccezionale, non richiedendo per circolare né limitazione di velocità né permessi particolari.   Nella configurazione esposta la macchina raggiunge un’altezza di 40 metri con uno scavalco intorno ai 24 metri. “La macchina è estremamente compatta, aggiunge Brutti, rimane dentro i 9,5 metri di lunghezza totale. Noi abbiamo richiesto il verricello a tiro doppio su gru base e la piattaforma aerea per potenziare l’altezza di lavoro”. Inoltre si tratta di una macchina scarrabile, che offre una grande versatilità e si adatta alle esigenze del cliente che, per lavori tradizionali o per utilizzo su strada, può optare per la gru retrocabina, mentre per lavorare ad esempio all’interno di un capannone, può optare per la postazione posteriore, stabilizzando la macchina fuori dalla struttura ed estraendo i piedi posteriori. Lo scarramento avviene attraverso dei perni che tengono uniti il controtelaio e il basamento della gru con quello del camion. “Con questa soluzione lavoriamo in entrambe le posizioni e nessuna applicazione ci è preclusa. La configurazione ideale per noi”, conclude Diego Brutti.