Robotizzazione

E se tassassimo i robot?

Non è una provocazione, ma l’idea lanciata da Bill Gates, fondatore di Microsoft, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Ecco le sue parole. “Ogni robot sostituisce un lavoratore che, presumibilmente, ha uno stipendio di 50.000 dollari l’anno, su cui versa le tasse. Questo provoca una mancata fiscalità, che va recuperata tassando i robot, le aziende che li costruiscono e quelle che li installano, per destinarla ai sussidi della gigantesca disoccupazione che si verrà a creare“.

Il tema della robotizzazione non è nuovo e ne ho già parlato in questo Blog. Ma è nuova l’idea di tassare i robot, che ha sollevato ovviamente un vespaio di polemiche. Mi chiedo cosa sarebbe successo se negli anni ’80 si fosse pensato di tassare i pc e i loro software: certo la Microsoft non sarebbe diventata quello che è oggi. La verità è che non esiste un solo posto sulla faccia della terra in cui 20 anni fa abbiano installato nelle aziende i “robot” di allora e che oggi siano pieni di disoccupati.

Come ha affermato Milena Gabanelli, “l’applicazione della robotica alla bassa manovalanza, ai lavoro usuranti e pericolosi, è e sarà una benedizione…Non eliminerà completamente i diversi tipi di lavoro, ma permetterà a tutti di svolgerli in modo più efficiente”.

(foto Fotolia)

In ogni caso tutti i Paesi sono allarmati: secondo alcune stime 8 milioni di posti di lavoro negli Usa e 15 milioni in UK sono a rischio per l’automazione.  I robot iniziano a vedersi prepotentemente nelle fabbriche, questo è vero. E, anche se con caratteristiche diverse, stanno entrando di prepotenza anche nel mondo delle macchine da costruzione, sempre più autonome e automatizzate.  Secondo  uno studio della società di consulenza McKinsey, attualmente  meno del 5% delle occupazioni attuali sono candidate per una completa automazione. Ma in futuro il 45% degli impieghi attualmente svolti dalle persone potrebbe essere automatizzato almeno del 30%.

Il 16 febbraio 2017   il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che invita la Commissione europea a stabilire delle regole su varie questioni che riguardano i robot, tra cui quelle relative alla responsabilità civile in caso di incidenti. Ha però votato contro la proposta di inserire in una risoluzione l’obbligo per le aziende che scelgono di automatizzare la propria produzione  di pagare dei corsi di formazione per i lavoratori che perdono il posto.. Una proposta osteggiata dall’International Federation of Robotics, un’associazione internazionale che rappresenta l’industria robotica.

Il tema, insomma, è più caldo che mai . E il rischio è che la tecnologia venga demonizzata come causa della perdita del lavoro. Il che, come dimostrano la prima e la seconda rivoluzione industriale, non sempre è vero.