Scenari futuri

Cina. Silicon Valley del futuro?

Il progetto della nuova via della Seta (Belt and Road Initiative) proietta Pechino sulla scena planetaria da protagonista. Con i suoi progetti infrastrutturali internazionali in cui sono operative macchine, attrezzature, sistemi e tecnologie provenienti da tutto il mondo.

Un gigante che cambia volto

Non solo produzioni a basso costo, quindi. La Cina sta cambiando volto. E bene lo dimostra il Rapporto Cina 2017 di Cesif (Centro studi per l’impresa della Fondazione Italia Cina).

Sono 731,3 i milioni di cinesi con accesso a Internet (dati fine 2016). Il 53,2% della popolazione, 72,6% nelle aree urbane: 695,4 milioni tra questi accede da dispositivi mobili mentre 530 milioni hanno acquistato almeno un prodotto/servizio on line. Esplode il terziario, che impiega quasi 300 milioni di cinesi. I laureati sono oltre 7 milioni.

La crescita del Pil cinese per il 2018 si attesta tra il 6,4 e il 6,7% nelle previsioni dei principali osservatori (Fondo Monetario, Nomura, JP Morgan, Ubs).

E nel 2019 la Cina sarà il primo Paese al mondo per la spesa in Ricerca e Sviluppo.

La nuova Silicon Valley?

Il progetto “Made in China 2025” mira a trasformare la Cina da “fabbrica del mondo” in uno dei maggiori Manifacturing Superpower del mondo. All’insegna del motto “prima la qualità”. Entro il 2025 dovranno essere raggiunti progressi significativi in 10 settori chiave. Quelli fortemente influenzati dallo Smart Manufacturing, tra cui robot industriali, mobilità elettrica, automazione avanzata.

Ed entro il 2049, anno del centesimo anniversario di fondazione della Repubblica Popolare la Cina mira a superare gli stati più avanzati nell’high end. Usa, Corea del sud, Giappone, Germania.  Potrebbe quindi nascere davvero un centro di innovazione globale paragonabile alla Silicon Valley negli Usa.

Superpotenza industriale

Insomma, la Cina si attrezza a diventare la nuova superpotenza industriale. Il know how tecnologico governerà in futuro anche i rapporti di potere politici a livello mondiale? E’ chiaro che il governo di Xi Jinping vede nello sviluppo tecnologico non solo l’opportunità di modernizzare l’industria. Ma anche l’occasione per dimostrare al mondo la propria potenza.

Dimentichiamo il dou lì, il cappello a cono in paglia tipico dei contadini asiatici. Dimentichiamoci di quando la Cina si chiamava Catai e Pechino Khanbaliq. Oggi l’economia cinese è sempre più competitiva, agguerrita, interconnessa. Anche con l’Italia.  E forte. Fortissima. Il segreto? Nelle parole di Wang Chuanfu, presidente del produttore di auto elettriche  BYD (Build Your Dreams, e già il nome è un programma) “Siamo scaltri e lavoriamo sodo”. Meditate gente, meditate.