Caterpillar fa da apripista alla ripresa

Gli osservatori dedicati, quelli che tengono costantemente monitorato l’andamento del mercato delle costruzioni attendono sempre con curiosità (e alcuni con ansia)  i risultati del primo trimestre di Caterpillar, come fossero un oracolo attraverso il quale captare i segnali del futuro. Per capire prima degli altri e muoversi di conseguenza.

Ebbene, il famoso 1Q 2017 della Casa di Peoria è adesso arrivato e, al di là dei numeri che sono sempre un po’ aridi (anche se in questo caso significativi, 9.822 miliardi di dollari rispetto ai 9.461 dello stesso periodo del 2016, dove le cifre dopo la virgola non sono proprio noccioline), fanno fede le parole di Jim Umpleby, CEO di Cat: “La nostra squadra ha portato a casa risultati eccellenti e per la prima volta in oltre due anni, le vendite e i profitti sono aumentati. Certo, abbiamo tratto vantaggio anche dalle azioni di ristrutturazione e di riduzione dei costi che abbiamo intrapreso. Ma continuiamo a investire in nuove tecnologie per aumentare la produttività dei nostri clienti. Ed è ciò che conta“.

Per quanto riguarda l’industria delle costruzioni, le vendite nel primo trimestre del 2017 sono state di 4.091 miliardi (4.043 nello stesso periodo del 2016) e l’aumento è stato particolarmente significativo in Asia/Pacific, sopratutto in Cina. I profitti sono stati di 635 milioni di dollari contro i 440 dello stesso periodo dell’anno precedente

Indubbiamente la volatilità dei mercati e la situazione geopolitica mondiale persistono e non aiutano a fare previsioni certe per il futuro, ma Cat intravede ripresa in parecchi settori cui fornisce macchine e servizi. Insomma, ci sono segni incoraggianti, soprattutto nel segmento dell’energia e del trasporto (Oil & Gas, Power Generation, Industria, Trasporto).

La positiva “onda lunga” che il mercato americano ha (quasi) sempre comportato per quelli mondiali non sarebbe quindi troppo utopistica e potremmo verosimilmente aspettarci anche in Europa e perché no in Italia ripercussioni in tal senso. Ma bisognerà fare i conti (e anche Cat dovrà farli) con la politica protezionistica di Donald Trump che potrebbe rivelarsi un capestro per l’industria statunitense che ha fatto dell’export la propria missione.

I Paesi europei (e quindi anche l’Italia), potrebbero sì essere coinvolti in una auspicabile ripresa del mercato delle costruzioni, ma potrebbero venir meno alcuni partner storici (come Cat) o di più recente acquisizione (penso alle sud coreane Doosan e Hyundai) che potrebbero essere costretti a confrontarsi con una pericolosa escalation di confusione politica ed economica. I risultati (e le aspettative) positive devono purtroppo tener conto anche di queste variabili non da poco. E sarebbe un peccato se, per cause solo imputabili alla miopia ottusa degli uomini e non alle dinamiche di domanda/offerta del mercato, dovessimo rinunciarvi.