Avanzare in formazione compatta

FORMAZIONE_COMPATTAdi Costantino Radis

Ci siamo.

Nel mio ultimo intervento sul portale di “Macchine Edili News” vorrei ribadire nuovamente un messaggio che ritengo prezioso e importante per il mercato italiano del movimento terra.

E non solo con la visione di chi compra le macchine e le utilizza ogni giorno ma, anche, con lo sguardo del costruttore.

Occorre avanzare in formazione compatta lasciando da parte ogni tipo di rivalità e sapendo fare sistema.

L’endemica disunione degli italiani, fatta di tante piccole parrocchie e di tanti piccoli orticelli, sta mostrando tutti i suoi evidenti limiti.

Da un lato è sicuramente verso che anche in altri stati europei ci sono belle realtà dalla forte tradizione storica che, già in tempi non sospetti, sono state comprate, assorbite o spezzettate per renderle più appetibili a compratori stranieri.

Fra i compratori ci sono anche grandi gruppi italiani come, ad esempio, la Fassi, uno dei fiori all’occhiello dell’industria specializzata nazionale.

Ma è altrettanto vero che è oggi chiara una linea di indirizzo che, a livello nazionale, sta diventando il leit-motiv da seguire. La Francia ha puntato sull’alimentare e la grande distribuzione. La Germania sul manifatturiero e sulla tecnologia. La Gran Bretagna sul terziario avanzato e sul finanziario.

L’Italia sta oggi correndo verso più direzioni con punte di eccellenza che in molti ci invidiano ma che, alla fine, non riusciranno a resistere a lungo se non vi è, alle spalle, una politica di indirizzo chiara.

Indirizzi che prevedono una chiara politica energetica (possibilmente non suicida e non lasciata in mano alla “pancia” del paese). Una politica di formazione, a tutti i livelli, che faccia crescere e consolidi le giovani forze del nostro paese. Una politica fiscale che attragga gli investitori non solo come un “supermaket per aziende in saldo” ma come serie opportunità di crescita economica.

Tutto parte da presupposti di base che, oggi, non si sono ancora radicati nel nostro paese.

In primis l’unione di chi lavora e produce con un unico obiettivo: la crescita delle forze giovani e la crescita economica complessiva. Un’unione che non deve vedere come contrapposti i diversi interessi dei singoli ma li deve interpretare come esigenze da amalgamare per raggiungere identici obiettivi.

Facile a dirsi. Difficile a farsi.

Ma la crisi sta mettendo in luce i nervi scoperti del nostro sistema. Che potrà essere rilanciato in modo sistematico solo da persone che “sanno realmente fare sistema”.

Detto questo, vi saluto e vi auguro un caloroso “arrivederci”!